La mano pesante di Enrico Letta nelle liste Pd

L'Espresso INTERNO

Anche quella di Zingaretti, l’unica insieme a quella del ministro Andrea Orlando che raccoglie ancora l’anima degli ex Ds.

Al Senato nel collegio Palermo candidata invece Annamaria Furlan, ex segretaria Cisl.

In Campania saranno capolista i ministri Dario Franceschini al Senato e Roberto Speranza alla Camera, ma anche l’ex segretaria della Cgil Susanna Camusso (capolista nell’altro collegio Senato). (L'Espresso)

Ne parlano anche altre testate

''Oggi il mondo della politica commenta le scelte sui candidati del Pd. A me pare che, dalla scelta di come costruire la coalizione ai nomi delle liste, la guida di Enrico Letta sia caratterizzata più dal rancore personale che dalla volontà di vincere. (Adnkronos)

Sul Fatto di domani vedremo il dato finale dell’affluenza Dopo l’altolà di Stefano Bonaccini contro i paracadutati da Roma in Emilia, il torinese Piero Fassino è stato dirottato in Veneto. (Il Fatto Quotidiano)

Ma quando un politico narciso perde un referendum costituzionale con il quale voleva passare alla storia scommettendo su se stesso e lo perde per l'avversione della sua stessa parte, e perdendolo deve lasciare, non la politica, come qualcuno gli aveva forse consigliato, ma la presidenza del Consiglio e ritrovarsi un partito nel caos che secondo lui non lo ha capito, da cui deve uscire fintamente di scena, esserne la guida ombra, portarlo, inaspettatamente per lui, ad una rovinosa e storica sconfitta, dopo aver scelto uno per uno i candidati, cosa, dopo tutto questo, può restare nel suo animo, nella sua scorta emotiva? (L'HuffPost)

Ci sono entrambi nel manuale che Enrico Letta ha seguito per stilare le liste dei candidati Pd. Dove la messa in sicurezza dei gruppi parlamentari ottenuta lunedì notte può difendere il leader da eventuali sfide interne (ilmessaggero.it)

Parla di "scelte dettate dal rancore", invece, il leader di Iv ed ex segretario del Pd Matteo Renzi. Renzi definisce poi 'sacrosanta e giusta' la richiesta di Carlo Calenda di un dibattito a quattro in tv con Letta, Meloni e Conte (Italia Oggi)

Convocata il giorno di Ferragosto – e già questo lascia pensare sulla salute mentale del segretario nazionale – doveva riunirsi alle 11, poi alle 15, poi alle 20, poi alle 21,30. Quello che è successo nella direzione nazionale del partito di Letta supera ogni immaginazione. (Corriere dell'Umbria)