Sulla scuola di Roma che divide gli alunni per censo e l'ipocrisia di chi si scandalizza

L'AntiDiplomatico INTERNO

Lo scandalo sta nel fatto che sul suo sito questa scuola rende esplicita la suddivisione per censo nella pagina di presentazione.

Scandalizzarsi per la notizia di Roma rischia allora di essere il segno di un'ipocrisia se non si pone la questione delle sempre più profonde differenze sociali.

Dopo le polemiche la descrizione shock è stata rimossa:. . https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lazio/roma-scuola-divide-i-ragazzi-in-base-al-reddito-qui-studia-lalta-borghesia-i-figli-dei-poveri-vanno-in-unaltra-sede_13504109-202002a. (L'AntiDiplomatico)

La notizia riportata su altre testate

La polemica. Dopo le polemiche suscitate dalla presentazione dei plessi in base al rango socio-economico dei propri alunni la pagina di presentazione della scuola è stata cambiata. L’istituto scolastico non ha mai posto in essere condotte discriminatorie nella ripartizione degli alunni nei diversi plessi o nelle diverse classi". (Tiscali.it)

La polemica politica è divampata con tantissimi interventi sull’argomento: “Suscita stupore e indignazione la propaganda che una scuola romana fa dei propri plessi sul sito web fondata sul rango socio-economico degli alunni. (La Tecnica della Scuola)

Mi auguro che l’istituto romano di cui ci racconta oggi Leggo possa dare motivate ragioni di questa scelta. Una scuola si presenta con parole discutibili. Unimamme, ha colpito tutti l’annuncio di un istituto romano, l’IC via Trionfale di Roma che, nella sua presentazione ha sottolineato la distinzione tra le classi sociali. (UniversoMamma)

È poi tornata sull'argomento: «La scuola dovrebbe favorire l'inclusione. E lei, già docente di scuola, ha poi aggiunto: «Da Ministra e soprattutto da docente, non lo condivido minimamente. (Leggo.it)

«Ho due figli: uno è iscritto nel plesso Assarotti, quello con un ceto definito medio-basso e l'altro alla sede di via Taverna con un ceto medio-alto. Roma, scuola divide studenti: «Qui figli dell'alta borghesia». (Il Messaggero)

Per Ylenja Lucaselli, deputata di FdI, «una scuola che divide i suoi studenti secondo criteri di censo è inimmaginabile». Patrizia Prestipino, della Commissione Scuola e istruzione di Montecitorio, «da insegnante di liceo» è rimasta «letteralmente basita». (Avvenire)