"Assurdo e insulso" il legame tra Tommy e caso Bibbiano. Paola Pellinghelli si rivolge agli avvocati

La Repubblica INTERNO

Vorrei che mi lasciassero in pace, che lasciassero in pace finalmente mio figlio.

"Mi hanno riferito – commenta Paola Pellinghelli – che usavano il nome di mio figlio Tommaso per terrorizzare gli altri operatori dei servizi sociali e fare quello che chiedevano.

Non so perché abbia voluto usare il nome di Tommaso e sarei curiosa di saperlo.

Forse per via della forte risonanza mediatica che ha avuto il caso, ma io sono allucinata. (La Repubblica)

Ne parlano anche altri media

Sia Corriere che Repubblica, che il Fatto, che la Stampa si focalizzano sulla divulgazione delle motivazioni del provvedimento della Corte di Cassazione di due mesi fa che annullava le misure cautelari a carico del sindaco di Bibbiano, ponendo in secondo piano la chiusura delle indagini della Procura di Reggio Emilia. (Elzeviro)

Un trauma al quale, appunto, si sommerà il vero abuso subito successivamente dal ragazzino da parte di un coetaneo. Anghinolfi e le assistenti sociali indagate non esitano a far sottoporre ragazzine poco più che bambine a trattamenti sanitari invasivi, consistenti in visite ginecologiche, contro la loro volontà, per dimostrare gli abusi subiti. (Corriere della Sera)

O quantomeno non nelle forme con cui venivano messi nero su bianco, nel famoso 'caso Bibbiano' che tanto ha fatto parlare. Succedeva talmente di frequente da far dire a un testimone che lì, cioè negli uffici del Servizio sociale della, si sapeva che «vedono gli abusi anche negli stipiti delle porte». (Leggo.it)

Si è conclusa da poco l’indagine denominata Angeli e Demoni sul sistema degli affidi del Servizio Sociale della Val d’Enza. Dal 2014 al 2019 è stata documentata un’escalation di allontanamenti nella Val D’Enza, con differenze, rispetto ad altri distretti vicini, dell’80%. (UniversoMamma)

La riprova “di ciò che di sadico e tremendo la bambina aveva vissuto in passato, ormai in parte dimenticato”. Storie dell’orrore raccontante ai piccoli per inculcare nella mente dei bimbi di aver subito abusi, in passato, da parte dei propri genitori. (ilGiornale.it)

Ora il consulente della Procura contesta a Foti che gli abusi non erano certificati da una sentenza in giudicato. Da oggi, infatti, Foti torna a piede libero a seguito della scadenza della misura dell’obbligo di dimora a Pinerolo (Torino), disposta per lui dal Riesame dopo un periodo agli arresti domiciliari. (il Resto del Carlino)