Consiglio di Stato decapita vertici della Cassazione

Il Sole 24 ORE INTERNO

Ascolta la versione audio dell'articolo. 1' di lettura. Il Consiglio di Stato, con due distinte sentenze pubblicate oggi, ha decapitato i vertici della Corte di Cassazione.

Il Consiglio di Stato ha ribaltato una precedente sentenza del Tar del Lazio che, invece, aveva confermato le nomine e respinto il ricorso

Accoglienza infatti il ricorso del giudice Angelo Spirito ha dichiarato illegittime le nomine, fatte nel 2020 dal Csm, del presidente della Suprema Corte Pietro Curzio e del presidente aggiunto Margherita Cassano. (Il Sole 24 ORE)

La notizia riportata su altre testate

Alla vigilia dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, che si svolgerà il 21 gennaio, respinti i vertici scelti dal Csm nel 2020 Giustizia, il Consiglio di Stato azzera il vertice della Cassazione: bocciate le nomine del presidente Curzio e della vice Cassano di Liana Milella , Luca Serranò , Chiara Spagnolo. (La Repubblica)

Così Antonino Galletti, Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Roma, commenta la pronuncia del CdS sulla nomina del Primo Presidente e del Presidente Aggiunto della Suprema Corte Ad aprirla dovrebbe essere il discorso sullo stato della giustizia italiana del primo presidente. (Italia Oggi)

È chiaro che viene così colpito il cuore dei malanni che affliggono l’ordine giudiziario: le nomine dei capi, gli incarichi direttivi Perché con la sentenza numero 268 del 2022 depositata oggi, la quinta sezione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso avverso la nomina dell’attuale primo presidente della Cassazione Pietro Curzio, ora formalmente decaduto dalla carica. (Il Dubbio)

Il Consiglio di Stato, con due distinte sentenze pubblicate oggi, ha decapitato i vertici della Corte di Cassazione. Ora la parola passa di nuovo al Consiglio superiore della magistratura che ha diverse opzioni, compreso quello di riadottare gli stessi provvedimenti ma con diverse motivazioni. (Sky Tg24 )

Spirito, oltre ad essere stato in Cassazione il doppio degli anni di Curzio, era stata autore di una produzione di sentenze nettamente superiore: 172 a 103. «Certamente – prosegue – il presidente Curzio saprà svolgere l’impegnativo incarico con consapevolezza e lungimiranza, contribuendo a promuovere quel rinnovamento nel governo autonomo di cui vi è necessità da tutti avvertita». (Il Riformista)

Nella sentenza sulla nomina di Curzio, il collegio della quinta sezione di palazzo Spada ha ritenuto “palese la (consistente) maggior esperienza del dott. Un nuovo terremoto sui vertici giudiziari italiani dopo la bocciatura della nomina di Michele Prestipino a procuratore di Roma. (Il Fatto Quotidiano)