VENETO, IL "SEGNO DI CIVILTÀ" DI ZAIA: UN CENTRO PUBBLICO PER IL CAMBIO DI SESSO

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In Veneto nascerà un centro regionale per il cambio di sesso. Lo prevede una delibera della giunta guidata da Luca Zaia approvata all’unanimità con voto palese. Sarà il policlinico universitario di Padova a predisporre il progetto, con uno sportello che accompagnerà gli utenti che vogliono avviare una transizione di genere dalla fase di orientamento al termine del percorso, chirurgico o farmacologico. (ByoBlu)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Ormai il Veneto guarda alla modernità, all’inclusività, al rispetto umano": lo ha detto Luca Zaia, governatore leghista del Veneto, parlando del nuovo centro regionale per la disforia di genere e i percorsi di transizione. (Fanpage.it)

Con una delibera approvata all’unanimità in settimana a palazzo Balbi, la Giunta regionale ha riconosciuto all’Azienda Ospedale Università di Padova il ruolo di Centro regionale per i disturbi di identità di genere. (Il Mattino di Padova)

«Guardi che non stiamo parlando di una gentile concessione, di una folgorazione sulla via di Damasco o di uno slancio progressista...». Il Veneto ha appena approvato la realizzazione, all’interno del Policlinico universitario di Padova, di un centro per il cambio di sesso. (Corriere della Sera)

Occorreva superare quel tabù. Così da far diventare il Veneto davvero una Regione inclusiva in materia di diritti Lgbt+, un modello in Italia. (Luce)

Carlo Giovanardi 11 marzo 2023 La legge regionale veneta del 1993 in realtà garantisce “l’assistenza medico-chirurgica complessiva necessaria alla rettificazione del sesso nei casi autorizzati con sentenza del Tribunale” , ma contrasti politici avevano sino ad ora impedito di renderla operativa. (Liberoquotidiano.it)

«Da Zaia a Centinaio: la Lega ora cambia sui diritti lgbt (e c’entra “l’effetto Francesca”)», titola così un articolo del Corriere della Sera che non solo dà conto delle recenti uscite del Governatore del Veneto - che ha definito i centri per il «cambio di sesso» una «scelta di civiltà» - e del vicepresidente del Senato – che ha mostrato apertura verso i «matrimoni egualitari» -, ma si spinge ad individuare la genesi di tale svolta nell’influenza che eserciterebbe la fidanzata di Matteo Salvini, Francesca Verdini. (provitaefamiglia.it)