Coronavirus, i debolmente positivi non infettano. Lo studio del San Matteo di Pavia

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Lo studio del San Matteo di Pavia. In generale i debolmente positivi non infettano», hanno spiegato gli esperti secondo cui la ricerca può avere «importanti implicazioni» per le strategie di sanità pubblica.

Coronavirus, i debolmente positivi non infettano.

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Due virus differenti tra di loro, per sequenza genetica e caratteristiche, che hanno provocato due diversi focolai”. Ad annunciarlo, in un convegno svoltosi all’Università di Pavia ed organizzato dall’associazione culturale “Nova Ticinum” presieduta dal prof. (L'HuffPost)

Due virus differenti tra di loro, per sequenza genetica e caratteristiche, che hanno provocato due diversi focolai". La situazione in Italia - Ci sono nuovi focolai e un trend di crescita costante dei contagi in Italia, nonostante siano stati effettuati meno tamponi nelle ultime 24 ore. (Tp24)

“Grazie a uno studio che abbiamo condotto con il Niguarda di Milano – ha spiegato Baldanti – abbiamo scoperto che ci sono stati due diversi ceppi del virus in Lombardia. Due ceppi diversi per il Covid-19 in due tra le aree della Lombardia più colpite dalla pandemia. (OggiNotizie)

«Grazie a uno studio che abbiamo condotto con il Niguarda di Milano — ha spiegato Baldanti — abbiamo scoperto che ci sono stati due diversi ceppi del virus in Lombardia. Lo ha spiegato il professor Fausto Baldanti, direttore della Virologia del San Matteo, in un convegno all’Università di Pavia organizzato dall’associazione culturale «Nova Ticinum» presieduta dal professor Mario Viganò. (Corriere Bergamo - Corriere della Sera)

"Grazie a uno studio che abbiamo condotto con il Niguarda di Milano - ha spiegato Baldanti - abbiamo scoperto che ci sono stati due diversi ceppi del virus in Lombardia. Due virus differenti tra di loro, per sequenza genetica e caratteristiche, che hanno provocato due diversi focolai". (Giornale di Sicilia)