Voto ai 18enni per i senatori, alla Camera secondo via libera: solo 5 contrari e 6 astenuti

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
la Repubblica INTERNO

Attualmente, infatti, all'elezione dei senatori possono partecipare solo i cittadini dai 25 anni in su.

Perché la legge possa essere approvata, manca ora solo un voto del Senato, che mi auguro sia espresso in tempi brevissimi"

Secondo via libera dell'Aula della Camera alla proposta di legge costituzionale che abbassa l'elettorato attivo per il Senato della Repubblica a 18 anni.

Voto ai 18enni per i senatori, la riforma passa anche a Palazzo Madama. (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri media

Con 405 voti a favore, 5 contrari e 6 astenuti il testo è passato alla Camera: ora dovrà essere esaminato per le quarta e definitiva lettura proprio dall'Assemblea di Palazzo Madama. "La riforma consentirà di far partecipare al voto circa 4 milioni di giovani che oggi sono esclusi dall'elezione di una delle due Camere rappresentative dei cittadini. (Fanpage.it)

«È arrivato il momento di un’unica assemblea parlamentare» assicura Claudio Martelli che ha lanciato questa proposta dalle colonne dell’Avanti, mensile che dirige. Perché dovrebbe essere questo Parlamento, così eterogeneo e litigioso, a fondere Camera e Senato? (Corriere della Sera)

Il testo passa ora all’esame del Senato (scade il 21 giugno). Vengono poi fissati ulteriori termini per la presentazione dei rendiconti e dei bilanci degli enti territoriali e delle Camere di commercio (Il Sole 24 ORE)

Con 405 voti a favore, 5 contrari e 6 astenuti, l’assemblea ha ratificato la terza e penultima lettura della riforma. Questo pomeriggio, infatti, la Camera dei deputati ha approvato per la terza volta la riforma costituzionale con la quale abbassare da 25 a 18 l’età dei votanti per eleggere i senatori, esattamente come già avviene alla Camera. (Il Fatto Quotidiano)

Due riforme, però, per le quali non basta modificare i regolamenti parlamentari, ma serve seguire l’iter classico delle riforme istituzionali: doppia lettura in ognuna delle Camere e a maggioranza qualificata o, almeno, assoluta. (Tiscali Notizie)

Caro direttore, il taglio del 40% dei seggi della Camera e del Senato confermato dal referendum popolare dello scorso settembre ha generato conseguenze in contrasto con diverse previsioni costituzionali - tra queste l’alterazione del collegio dei grandi elettori (parlamentari e regionali) del presidente della Repubblica. (La Stampa)