Asor Rosa, il “barone rosso“ della cultura - Magazine

QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

Di Lorenzo Guadagnucci Lo chiamavano affettuosamente il “barone rosso” e ha volato sulla cultura italiana indagando senza posa il nesso fra letteratura e potere. Alberto Asor Rosa se ne è andato ieri all’età di 89 anni e sembra sparire con lui un’intera stagione di passioni, dibattiti, intraprese collettive e civili. Era un “barone” – termine da intendere con ironia – in quanto accademico di lungo corso, docente di Letteratura italiana per oltre mezzo secolo alla Sapienza di Roma, un professore piuttosto severo con gli studenti, ed era “rosso” per la sua lunga, movimentata militanza politica nella sinistra; ma nei suoi ultimi anni è stato anche “verde”, come animatore – specie in Toscana, sua seconda patria – di una rete di comitati che ha lottato, con tenacia e intelligenza, contro le aggressioni al paesaggio attuate in nome di un’idea ormai obsoleta, ma ancora dominante, di sviluppo. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Potrebbe essere questa la nuova realtà di cui abbiamo bisogno, la quale potrebbe, addirittura, sostituire i soliti farmaci. E, assieme a loro, i cambi di temperatura, di orario, lo stress, l’ansia e tutto ciò che ci porta ad essere nervosi ed irascibili. (InformazioneOggi.it)

Dal marzo 2019 Alberto era stato insignito del riconoscimento più alto che un comune può assegnare ad un proprio concittadino. Nel caso specifico: per la costanza e tenacia ha contribuito a mantenere la Maremma e Capalbio territori intatti, dove rimane alto il valore della natura e dell'armonia dei luoghi", così l'ex sindaco di Capalbio Luigi Bellumori ricorda con affetto il critico letterario Alberto Asor Rosa, morto ieri all'età di 89 anni. (IlGiunco.net)

L’opera di Asor Rosa reca questi segni sin dall’inizio, dall’ormai lontano 1965, anno in cui apparve il saggio Scrittori e popolo . (Il Sole 24 ORE)

Non si è mai preparati alla perdita di persone a cui ci ha legato un’amicizia profonda e con cui si continua a dialogare da anni, anche quando gli incontri si sono fatti più rari. (Il Riformista)

«Abbiamo pensato che questo fosse il modo migliore per ricordare il professor Pasquale Sgobio» ha detto Renato Bruno, presidente della ProLoco di Montemesola. «Il professor Sgobio era un nostro concittadino, nonché fonte inesauribile di notizie e aneddoti sul nostro paese». (Tarantini Time Quotidiano)

Ricordo ancora l’ansia di aver abbandonato figli piccoli e marito quando corsi a Roma nel 2003 (ancora una volta il tre!) per assistere alla lectio magistralis che il mio professore tenne all’Università La Sapienza per congedarsi dai 52 anni di insegnamento. (Il Fatto Quotidiano)