Svolta nell'omicidio Chimenti, tre arresti - TGR Toscana

TGR – Rai INTERNO

Un agguato per gli inquirenti il cui movente sarebbe individuabile nei contrasti, sorti all'epoca del fatto nel mondo delle bische clandestine e del gioco d'azzardo.

L'uomo fu ucciso il 30 giugno 2002 davanti alla sua abitazione di piazza Mazzini a Livorno.

Le immagini subito dopo l'agguato mortale in Piazza Mazzini a Livorno nel 2002. A 19 anni di distanza arrestati il presunto esecutore, un complice e l'uomo che averebbe fornito la pistola per l'omicidio di Alfredo Chimenti, 47 anni. (TGR – Rai)

Ne parlano anche altri media

Omicidio Chimenti: cosa avvenne nel 2002. Chimenti, soprannominato 'Cacciavite', fu vittima di un vero e proprio agguato notturno A diciannove anni dall'omicidio Chimenti, sono stati arrestati il presunto esecutore, un complice e l'uomo che avrebbe fornito la pistola. (gonews)

Lo rendono noto i carabinieri in un corposo comunicato stampa inviato alle redazioni il mattino di lunedì 13 settembre. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso della conferenza stampa che si terrà alle ore 11. (QuiLivorno.it)

Ai domiciliari, con braccialetto elettronico, Bruna Martini di 68 anni, Valter Giglioli di 71 anni, Stefano Bendinelli di 57 anni, Romualdo Monti di 56 anni, tutti livornesi, e Manuela Scroppo, 42 anni, della provincia di Pisa. (La Nazione)

I reati contestati, a vario titolo, sono: omicidio premeditato, associazione per delinquere, usura aggravata, estorsione aggravata e porto abusivo di armi da sparo. (Livorno Press)

"Cacciavite", così veniva chiamato il 47enne ucciso, fu vittima di un vero e proprio agguato: atteso in piazza Mazzini a Livorno fu colpito all'addome con una pistola, mentre rientrava a casa, tra le 4.30 e le 5 del 30 giugno 2002. (Adnkronos)

Chimenti, dal carattere forte e duro, era diventato un soggetto scomodo, non gradito alla "batteria" per i suoi comportamenti prepotenti E l’omicidio di "Cacciavite", ex calciatore di talento con qualche vizio di troppo, maturò proprio nel mondo del gioco d’azzardo più spregiudicato, quello che non perdona. (La Nazione)