Cambio euro dollaro: Powell e Lagarde in focus

Money.it ECONOMIA

A gennaio, il cambio euro dollaro ha abbandonato la soglia di 1,12 e si è progressivamente inabissato su 1.09.

Il cambio euro dollaro sotto i riflettori in una giornata ricca di spunti di rilievo.

Il cambio euro dollaro passerà l’intera giornata sotto i riflettori dell’intero mercato.

L’andamento della quotazione da gennaio a oggi: la discesa dell’EURUSD è evidente. Cambio euro dollaro: i prossimi eventi da monitorare. (Money.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Nonostante i primi guadagni, l’Euro rimane debole con gli investitori preoccupati per l’impatto del coronavirus sull’economia mondiale, insieme all’incertezza politica in Germania. Alle 14:15 GMT, l’ EUR / USD è scambiato a 1,0905, in calo di 0,0006 o -. (FX Empire Italy)

Eliminare questo livello potrebbe innescare un passaggio al fondo principale del 1° ottobre 2019 a 1,0879. Ciò potrebbe innescare un ritracciamento di controtendenza da 2 a 3 giorni. (Yahoo Finanza)

La tendenza principale cambierà in rialzo su un move through a 1,1095. Se questo crea abbastanza slancio, allora cerca che le vendite possano estendersi al minimo principale dell’11 maggio 2017 a 1,0838. (Yahoo Finanza)

Oltre a questo, è stata raggiunta una zona di eccesso di pressione ribassista, come evidenziato dall’RSI settato a 14 periodi. A questo tipo di operatività, si potrebbe adattare il certificato Turbo Long di BNP Paribas con ISIN NL0014037491 e leva 7,19. (Money.it)

EUR/USD. Negli scambi di martedì, l’Euro è sceso sotto al livello degli 1,09, ma dopo che Jerome Powell ha pronunciato il suo discorso davanti al Congresso, si è voltato mostrando segni di vita. Fino a quel momento, sono molto cauto nell’andare long e preferisco ancora vendere, soprattutto nei pressi del livello degli 1,10 sui segni di esaurimento. (Dailyforex.com)

Ad oggi il supereuro che tanto spaventò i mercati delle esportazioni un anno fa sembra solo un lontano ricordo. Di sicuro Donald Trump non potrà essere particolarmente felice di avere un dollaro eccessivamente forte, perché significherebbe frenare le esportazioni statunitensi, rallentando di conseguenza l’intera economia. (tviweb)