Alberto Asor Rosa, il maestro e le due Toscane (felix, infelix)

Corriere Fiorentino INTERNO

«Quando si oltrepassa il Chiarone, fiumicello mite e ai più ignoto, e al quale, tuttavia, è toccato in sorte di dividere il Lazio della Toscana, non si può non avvertire, persino nelle forme del paesaggio, la presenza d’un confine millenario. Ci si lasciano alle spalle lo sfasciume urbanistico, le mostruose case, casette, condomini, residences, degli ultimi centri laziali, Ladispoli, Tarquinia, Montalto, dove le tombe etrusche, le torri medievali e i palazzi rinascimentali spariscono ormai meschinamente mortificati dietro le facciate a schiera dell’ edilizia turistica: e si entra nella Toscana felix», scrive su Repubblica Alberto Asor Rosa nell’aprile del 1987. (Corriere Fiorentino)

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Anzi un cittadino onorario modello. Nel caso specifico: per la costanza e tenacia ha contribuito a mantenere la Maremma e Capalbio territori intatti, dove rimane alto il valore della natura e dell'armonia dei luoghi", così l'ex sindaco di Capalbio Luigi Bellumori ricorda con affetto il critico letterario Alberto Asor Rosa, morto ieri all'età di 89 anni. (IlGiunco.net)

Se ne va un pezzo di Capalbio. Con Alberto Asor Rosa, scomparso ieri a Roma a 89 anni, la Piccola Atene perde uno dei suoi volti più rappresentativi. (LA NAZIONE)

Prima di sapere della sua morte, il 21 dicembre 2022, Alberto Asor Rosa era nei miei pensieri, non solo perché sapevo che non stava bene, ma perché avevo deciso di riportare nelle ultime pagine della ristampa del mio libro Come nasce il sogno d’amore la lettura che ne aveva fatto appena uscito, nel 1988, pubblicata successivamente nel suo libro Un altro Novecento. (Il Riformista)

Uomo di grande cultura e maestro elementare, al professor Sgobio è stata anche conferita la benemerenza di Cavaliere della Repubblica, per i suoi oltre quarant’anni di servizio nella scuola pubblica. «Abbiamo pensato che questo fosse il modo migliore per ricordare il professor Pasquale Sgobio» ha detto Renato Bruno, presidente della ProLoco di Montemesola. (Tarantini Time Quotidiano)

Ricordo ancora l’ansia di aver abbandonato figli piccoli e marito quando corsi a Roma nel 2003 (ancora una volta il tre!) per assistere alla lectio magistralis che il mio professore tenne all’Università La Sapienza per congedarsi dai 52 anni di insegnamento. (Il Fatto Quotidiano)

È probabile che con la morte di Alberto Asor Rosa, scomparso ieri, a Roma, all’età di 89 anni, sia definitivamente finito il tempo in cui gli intellettuali credevano in un ruolo e in un modo d’essere coscienza critica, interpreti di una vicenda nazionale che conservava un qualcosa di epico e di definitivo. (Il Sole 24 ORE)