Amazon ammette: i nostri autisti a volte costretti a far pipì nelle bottiglie

Corriere della Sera ESTERI

Una scena che ricorda l’ultimo film di Ken Loach, Sorry We Missed You, che racconta questo dettaglio, per non perdere tempo nelle consegne.

Il colosso fondato da Jeff Bezos, dopo averlo ripetutamente negato, stavolta lo ammette e si impegna anche a migliorare le condizioni dei lavoratori.

Il problema con gli autisti è «di lunga data», ha spiegato Amazon: «Vorremmo risolvere il problema

Anche perché, intanto, i media americani avevano raccolto diverse testimonianze di dipendenti di Amazon che lo confermavano. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri giornali

In queste ultime settimane sono uscite parecchie notizie non esattamente positive per Amazon, soprattutto dagli Stati Uniti. La storia si è così gonfiata che Amazon è anche stata accusata di aver creato un profilo falso di Twitter per capovolgere la storia. (Tecnoandroid)

Un mondo che difficilmente potrà essere risollevato dai 20 miliardi di euro del Recovery plan che potrebbero arrivare quest’anno. Se poi le imprese non ne avessero avuto più diritto in base ai parametri, li avrebbero restituiti con la dichiarazione successiva. (Yahoo Finanza)

Ogni pubblica amministrazione deve adottare un proprio codice di comportamento con il quale integrare quello generale, in relazione alle proprie specifiche competenze e funzioni e così ha fatto il Comune di Milano. (MI-LORENTEGGIO.COM.)

Ebbene, il colosso di Seattle ne ha dato conferma: in alcune circostanze, coloro che guidano i corrieri potrebbero infatti essere costretti a urinare nelle bottiglie per non perdere tempo con le consegne dei pacchi. (Webnews.it)

Il presidio è stato organizzato dalle sigle sindacali Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm, Uglm di Torino a 18 giorni dai licenziamenti che scatteranno il 25 aprile, per ribadire al Governo la richiesta di un tavolo che abbia l’obiettivo di dare continuità al progetto Italcomp In piazza Castello il sit-in a 18 giorni dai licenziamenti che dovrebbero scattare il 25 aprile. (LaPresse)

Iniziate a riconoscere le condizioni di lavoro inappropriate che avete creato per tutti i vostri dipendenti» La società è stata quindi costretta a fare dietrofront: «Dobbiamo delle scuse a Pocan», ha detto. (Gazzetta del Sud)