Confronto con i settori a rischio chiusura per il costo dell'energia. Chieste al Governo misure immediate

Redacon ECONOMIA

Se i prezzi del gas aumentano del 500% non è più conveniente prendere degli ordini.

I rappresentanti dei settori manifatturieri hanno evidenziato “un drammatico aumento dei costi delle commodity energetiche, che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di molte imprese

Si sta concretizzando il paradosso che conviene più spegnere gli impianti che produrre, una condizione che ci prospetta un lockdown manifatturiero. (Redacon)

Su altri giornali

DALL’INVIATO A TORBOLE CASAGLIA (BS). C’è un’altra pandemia che colpisce le imprese: il caro-energia sta piegando le aziende più esposte. (La Stampa)

Anche per l’assessore regionale al lavoro, Vincenzo Colla: “Siamo in una situazione che rischia di andare fuori controllo senza una governance da parte dell’Italia e dell’Europa. Invita il Governo Draghi ad intervenire "subito", il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. (BolognaToday)

Non è una previsione astratta, è quel che potrebbe succedere nel giro di poche settimane nella carne viva del sistema economico italiano. «I costi energetici rischiano di essere la Lehman Brothers del manifatturiero - ha avvisato - e questo non possiamo permettercelo, bisogna agire subito a livello europeo» (ilGiornale.it)

L'incremento dei costi si riversa sui committenti e va a incidere inevitabilmente sui consumatori finali: «Possiamo aumentare i prezzi - va avanti sconsolato l'Ad della Fonderia - ma i clienti pian piano si stanno fermando». (ilGiornale.it)

Un rischio ulteriore è che rallenti e fermi l'economia circolare: molti dei settori energy intensive sono, infatti, anche riciclatori di rifiuti e di materie prime secondarie" E' questo il grido d'allarme delle industrie energivore lanciato in occasione di una conferenza stampa svoltasi oggi presso Fonderia di Torbole, in provincia di Brescia. (La Repubblica)

Roma, 26 dic – Il caro energia ha ormai un peso insostenibile per molte aziende. Ovviamente la sede scelta non è casuale: l’azienda bresciana è ferma dal 5 dicembre (a causa del caro energia) e lo stop proseguirà per un altro mese. (Il Primato Nazionale)