Omicidio Vannini, i genitori di Marco: "I Ciontoli mentono"

Adnkronos INTERNO

Lo affermano Marina Conte e Valerio Vannini, i genitori di Marco Vannini parlando fuori dalla Cassazione dove oggi si apre il processo per la morte del 19enne di Cerveteri, ucciso il 17 e il 18 maggio 2015 mentre era a casa della fidanzata a Ladispoli, sul litorale romano.

Davanti alla Cassazione a Roma si sono riuniti familiari e amici di Vannini che espongono striscioni per chiedere "Giustizia e verità per Marco". (Adnkronos)

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La sentenza, accolta da un lungo applauso, arriva, dopo quasi quattro ore di camera di consiglio, dalla quinta sezione penale della Suprema Corte, presieduta da Paolo Antonio Bruno. La vittima venne portata presso il punto di primo soccorso di Ladispoli a notte fonda, quasi due ore dopo essere stato colpito da un colpo di pistola sparato dall’arma che Ciontoli teneva in casa. (LaPresse)

Motivazioni della sentenza altrettanto dure nei confronti dei Ciontoli: «Hanno mentito, usando crudeltà e depistando gli investigatori», si legge in uno dei passaggi. In quegli interminabili 110 minuti in cui Marco Vannini è stato lasciato morire agonizzante, cosa è accaduto? (ilmessaggero.it)

Quella di Marco Vannini che dal 2015 lotta per avere giustizia dopo la morte di un ragazzo di 20 anni. Gli imputati per la morte del 20enne sono Antonio, Federico e Martina Ciontoli, oltre a Maria Pezzillo. (Ultime Notizie Flash)

"Sono sei anni che ci battiamo per questo e ora mi aspetto di poter portare questo mazzo di fiori a mio figlio. (LaPresse) "Più che la verità, mi aspetto giustizia. (Leggo.it)

L’unico, a parte la famiglia Ciontoli, che poteva riferire come erano andati i fatti, era Marco Vannini, ecco perché la sua morte era preferibile per Antonio Ciontoli, allo scopo di evitare conseguenze negative per lui e la sua famiglia". (Adnkronos)

Tanti altri attendono la sentenza in piazza Cavour: hanno cartelli, foto di Marco, rose rosse. Mentre il ventunenne urlava, preso dal panico per il dolore, i Ciontoli non fecero nulla per salvarlo, preoccupati che il capofamiglia, militare di carriera, potesse perdere il lavoro (LaPresse)