Erba velenosa per la siccità, secondo caso in Piemonte

La Repubblica INTERNO

Il sospetto è che le piante, appena tagliate, siano della stessa famiglia del sorgo che sabato scorso ha ucciso 50 mucche di un allevamento a Sommariva del Bosco.

Queste piante, molto usate nei paesi tropicali perché richiedono pochi interventi e un’irrigazione limitata, sviluppano un’alta concentrazione di tossine quando la pianta è ancora piccola e più fragile

Un secondo caso in pochi giorni, dopo quello di Sommariva del Bosco. (La Repubblica)

Se ne è parlato anche su altre testate

Così Gabriele Carenini, presidente regionale di Cia Agricoltori del Piemonte, commenta gli ultimi avvenimenti che hanno visto la morte di decine di animali, a causa della cattiva qualità del sorgo “stressato” dalla siccità La siccità, l’aumento sconsiderato dei costi dell’energia e delle materie prime per l’alimentazione degli animali hanno messo in ginocchio un intero settore. (TargatoCn.it)

Alla base di tutto, la siccità che ha costretto molti allevatori a seminare il sorgo, coltura sviluppata solo ultimamente, perché cresce con pochissima acqua e ha una grandissima resa. Il rischio è che tanti chiuderanno le stalle e chi riuscirà a resistere, dovrà ridurre drasticamente i numeri delle mandrie» (La Stampa)

La morte improvvisa di 50 bovini di razza piemontese che era avvenuta il 6 agosto 2022 è stata dovuta a un’intossicazione acuta da acido cianidrico, derivata dall’ingestione della “durrina”, presente nelle sole piante giovani - in attivo sviluppo - del Sorgo (il sorgo è un genere di pianta della famiglia delle Poaceae o Gramineae). (Valledaostaglocal.it)

È l’appello agli allevatori dell’istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, diretto da Angelo Ferrari dopo gli episodi di avvelenamento delle mucche nel Cuneese. Ecco perché l’istituto zooprofilattico ha diramato un appello a non dare agli animali erba di sfalcio che possa contenere sorgo di Aleppo. (La Repubblica)

Stefano Giantin, dirigente veterinario della sezione di Cuneo dell’Istituto Zooprofilattico del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta, e al collega libero professionista Giovanni Topi. Sono intervenuti numerosi colleghi, tra cui la giovane Dott. (Ruminantia)

Sospendere le mungiture in caso di intossicazione" di Sarah Martinenghi. Stefano Giantin: "Bisogna essere cauti, perché solo le analisi confermeranno i nostri sospetti" (La Repubblica)