Tre agenti delle forze di sicurezza uccisi nelle proteste in Iran. Media: "I 'rivoltosi' saranno impiccati"

L'HuffPost ESTERI

La minaccia rimbalza dalle fonti giudiziarie del quotidiano conservatore Kayhan, molto vicino alla Guida suprema Ali Khamenei.

A Teheran la situazione è apparsa oggi più tranquilla, anche per il massiccio schieramento di forze dell’ordine in assetto antisommossa in molte zone strategiche.

I leader delle proteste contro il rincaro della benzina in Iran rischiano di finire impiccati.

Dopo quattro giorni di manifestazioni e scontri in decine di città, che secondo Amnesty International hanno provocato almeno 106 morti, le autorità della Repubblica islamica avvertono che non faranno sconti ai “rivoltosi”. (L'HuffPost)

Se ne è parlato anche su altri media

La protesta contro l'aumento del prezzo del carburante ha interessato anche Teheran. Continuano inoltre le segnalazioni non ufficiali di altre vittime, comprese due a Khorramshahr e Karaj. (RSI.ch Informazione)

L'intervista a Germano Dottori. Federico Francesconi – Città del Vaticano. L’Iran sta sperimentando un’escalation di violenza nel contesto delle proteste contro l’aumento dei prezzi della benzina imposto dal governo del presidente Rohani. (Vatican News)

esteri. Non ci sono conferme ufficiali, ma si parla di diverse vittime negli ultimi due giorni. Il regime di Teheran blocca internet (TG La7)

Ogni automobilista può acquistare 60 litri di benzina al mese a 15.000 rial, pari a 0,13 dollari al litro. In altri filmati la polizia spara gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, mentre a Shiraz sarebbero state usate anche pallottole vere. (ilGiornale.it)

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Il leader supremo iraniano, l’ayatollah Ali Khamenei, attacca i manifestanti scesi in piazza in diverse città del Paese nei giorni scorsi, per protestare contro l’aumento dei prezzi del carburante. (AsiaNews)

Secondo voci non confermate, i morti tra i dimostranti avrebbero superato la decina. Il comunicato, spiega Teheran, è stato diffuso in risposta alle «dichiarazioni interventiste» del segretario di Stato americano Mike Pompeo, che ai manifestanti aveva detto via Twitter: «Gli Stati Uniti sono con voi». (Corriere del Ticino)