La protesta in Europa si fa sempre più violenta

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Corriere del Ticino INTERNO

Nell’ultima settimana, il 90% dei Paesi con gli aumenti maggiori dei contagi (tra quelli con oltre mille casi al giorno) è in Europa.

Un corteo iniziato in modo pacifico ma degenerato in duri scontri dopo un lancio di oggetti da parte di un gruppo di manifestanti contro la polizia, che ha risposto usando cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per disperderli.

La protesta dei contrari alle misure anti-COVID in Europa si fa sempre più violenta. (Corriere del Ticino)

La notizia riportata su altri giornali

Il primo ministro belga Alexander De Croo definisce “inaccettabili” le violenze scoppiate durante la protesta di domenica 21 novembre a Bruxelles contro le restrizioni anti-Covid: “Siamo un Paese libero e tutti hanno il diritto di manifestare. (Il Fatto Quotidiano)

Lo ha detto il premier belga Alexander De Croo commentando – a margine dell’incontro con il premier francese Jean Castex a Bruxelles – gli scontri nel corso della protesta contro le misure anti-Covid ieri nella capitale belga. (laRegione)

Questo contenuto è stato pubblicato il 22 novembre 2021 - 13:33. tvsizzera.it/mrj. La polizia ha usato cannoni ad acqua e lacrimogeni per disperdere la folla. Anche nei Paesi Bassi si protesta da giorni dopo la nuova stretta decisa dal Governo per arginare i contagi: nel corso del week end sonos tate fermate una cinquantina di persone scese in piazza per chiedere un ritorno alla normalità. (tvsvizzera.it)

Il premier belga ha poi chiesto unità e rispetto delle regole La Commissione europea ha sempre detto che non c’è posto per la violenza in Europa”, ha detto da Bruxelles Dana Spinant. (Ticinonews.ch)

Scontri a Bruxelles tra polizia e manifestanti, che in migliaia protestavano contro le restrizioni anti-Covid. Il Belgio, uno dei Paesi più duramente colpiti dalla nuova ondata dell’epidemia, ha esteso i permessi per lavorare da casa e inasprito le misure contro i non vaccinati (Metropolitan Magazine )

Tuttavia, in una situazione di emergenza sanitaria certi diritti possono essere ristretti e spetta alle autorità nazionali sotto il controllo di tribunali indipendenti valutare le situazioni specifiche”. (LaPresse)