Stadio della Roma: sette emendamenti per la revoca del pubblico interesse

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La maggioranza pronta con la sinistra per il sì. Ieri la revoca del Pubblico Interesse per il nuovo stadio della Roma ha vissuto una giornata molto importante anche se ancora interlocutoria.

Sicuramente la società del magnate Vitek ricorrerà al Tar e farà una causa per danni quantificata in circa 60 milioni di euro.

– Nella giornata di ieri era prevista la votazione dell’Assemblea Capitolina per la revoca al progetto di Tor di Valle che è stata posticipata ad oggi per assenza del numero legale. (RomaNews)

La notizia riportata su altri media

Per questo in Assemblea capitolina oggi abbiamo votato la revoca della precedente delibera di interesse pubblico, chiudendo definitivamente quel capitolo. Si apre nuovo capitolo per rilancio città”, con questo messaggio su Twitter la sindaca di Roma Virginia Raggi annuncia la revoca del pubblico interesse sul progetto stadio a Tor di Valle. (RomaNews)

È infatti caduto subito il numero legale (16) ed è stata chiusa la seduta del consiglio in Aula Giulio Cesare. Dopo la terza chiamata, non è stato raggiunto il numero legale (16): unico intervento quello della consigliera Cristina Grancio. (ForzaRoma.info)

I romani non amano il Corpo dei vigili urbani. Devono essere il sostegno e i terminali del sindaco sul territorio. (Corriere della Sera)

Oggi ci dovrebbe essere questo voto, un passaggio importante per potersi occupare con serietà dopo anni di promesse di dotare la Roma di uno stadio come giusto che sia”. “E’ un passaggio molto importante, siamo sconcertati che dopo il pasticcio combinato dall’amministrazione sullo stadio anche la delibera avesse dei problemi. (Retesport)

Le motivazioni di base sono due. PD e M5S intanto hanno presentato 7 emendamenti che farebbero convergere sul si alla revoca anche i voti di parte dell'opposizione. (LAROMA24)

In primo luogo nella seconda convocazione basteranno 16 consiglieri presenti invece di 24, in secondo luogo il PD sta appoggiando con forza la direzione della Sindaca. E’ lo scenario che la Roma e la Raggi vogliono evitare. (LAROMA24)