Istat, crollo PIL e aumento uscite PA fanno schizzare il debito nel 2020

QuiFinanza ECONOMIA

editato in: da. (Teleborsa) – Il crollo eccezionale del PIL, -8,9% per l’intero 2020, unito alle consistenti misure di sostegno all’economia messe in campo dalle pubbliche amministrazioni, ha fatto peggiorare gli indicatori di sostenibilità del debito pubblico italiano.

Nel 2020 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti è crollata in volume del 10,7% (+0,3% nel 2019).

Le uscite totali delle Amministrazioni pubbliche sono cresciute dell’8,6% rispetto al 2019

L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al PIL, è stato pari a -9,5%, a fronte del -1,6% nel 2019. (QuiFinanza)

Se ne è parlato anche su altre testate

L’indebitamento delle Amministrazioni Pubbliche è arrivato a -9,5% in rapporto al PIL Osservati speciali, ovviamente, PIL e debito, da sempre nel mirino degli analisti nel nostro Paese. (Money.it)

“La corsa dei listini dei carburanti alla pompa e delle quotazioni del petrolio ha influito negativamente sull’inflazione: non a caso i servizi relativi ai trasporti hanno subito un repentino aumento, con i prezzi che a febbraio crescono del +1% su base annua – prosegue Tanasi – Una inflazione dunque alterata dal caro-benzina che determina incrementi di spesa per le famiglie a fronte di consumi ancora fermi” (RagusaOggi)

L’apporto della domanda estera netta è stato negativo per 0,8 punti e quello della variazione delle scorte per 0,3 punti. Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -6,0% (+1,8% nel 2019) (Il Domani d'Italia)

Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -6,0% (+1,8% nel 2019), conclude l'Istat. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito negativamente alla dinamica del Pil per 7,8 punti percentuali. (Adnkronos)

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito negativamente alla dinamica del Pil per 7,8 punti percentuali. L’apporto della domanda estera netta è stato negativo per 0,8 punti e quello della variazione delle scorte per 0,3 punti. (Gazzetta di Salerno)

La lieve accelerazione dell’inflazione si deve prevalentemente all’ulteriore attenuarsi della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -6,3% di gennaio a -3,6%) e all’inversione di tendenza dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,1% a +1,0%). (Gazzetta di Salerno)