Berlino potrebbe espropriare 243mila case alle società immobiliari contro il caro affitti

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"I berlinesi ne hanno abbastanza di speculazioni e affitti folli", dicono i promotori del referendum.

Quale che siano le cause, c'è di fatto che nella Capitale tedesca il caro affitti è sempre più preoccupante.

I dubbi costituzionali. Secondo diverse stime, l'espropriazione proposta dal referendum riguarderebbe circa 243mila appartamenti

Le proiezioni danno in netto vantaggio i favorevoli all'espropriazione (intorno al 57% in metà dei seggi), tanto che i promotori del referendum "Deutsche Wohnen & Co. (EuropaToday)

Ne parlano anche altri media

Anche Vonovia e Deutsche Wohnen vogliono congelare gli affitti per i prossimi cinque anni. Ma la candidata di quel partito, Bettina Jarsch, ha indicato che i politici devono essere onesti sulle possibilità di attuare il risultato del referendum. (TGcomnews24)

Referendum sull’esproprio dei grandi gruppi immobiliari: la vittoria dei promotori. Nonostante il risultato del referendum non sia vincolante, perché non legato a una legge specifica, la nuova sindaca Franziska Giffey e il nuovo governo della città-stato di Berlino non potranno non tenere conto di un risultato che riflette l’ostilità prevalente dei cittadini nei confronti delle grandi società immobiliari. (il Mitte)

Milano resta cara anche dopo la pandemia. Un referendum consultivo a Berlino apre il dibattito europeo sul caro affitti. (Open)

Attraverso un referendum che era stato promosso da Die Linke (partito della sinistra radicale), domenica i cittadini berlinesi, raggiungendo il quorum con il 56,9% dei voti, hanno confermato la vittoria del SÌ al referendum. (PRESSENZA – International News Agency)

Il suggerimento su dove spendere soldi da parte della Deutsche Wohnen fa riferimento al forte debito pubblico della città di Berlino che ammonta a quasi 60 miliari di euro. (Il Fatto Quotidiano)

L’iniziativa “Espropriare Deutsche Wohnen and Co!”, infatti, non ha messo ai voti un disegno di legge, ma ha formulato un invito al Senato statale a occuparsene. (L'HuffPost)