Confindustria taglia le stime PIL: “Italia in risalita ma esito incerto”

QuiFinanza ECONOMIA

editato in: da. (Teleborsa) – Confindustria stima un graduale recupero del PIL italiano nella seconda metà di quest’anno, che porterà ad una crescita del +4,1% nel 2021 e del +4,2% nel 2022.

Il debito pubblico in rapporto al PIL, dopo il balzo di 21 punti nel 2020, arriverà al 155,7% quest’anno, per poi scendere, al 152,9% nel 2022.

Cruciale, in questa situazione di alti debiti – scrive il Csc – è preservare la fiducia riconquistata dall’Italia sui mercati finanziari. (QuiFinanza)

Ne parlano anche altre fonti

Le esportazionine, in profonda . Advertising. infoiteconomia : Covid, Confindustria taglia le stime: “Italia in risalita ma esito incerto” - ansa_economia : Confindustria: incerta la risalita dalla voragine, Pil 2021 +4,1%. (Zazoom Blog)

Il CSC fa notare che parte delle perdite degli investimenti subite nel 2020 sono state recuperate nella finestra delle riaperture dello stesso anno. L’Italia è un forte importatore di materie prime, in particolare dei metalli che negli ultimi mesi sono balzati in avanti in modo significativo. (FX Empire Italy)

Il lavoro svolto dal CSC ha sottolineato con ancora più forza il ruolo centrale e strategico del nostro settore per l’economia del Paese Il Centro Studi di Confindustria ha presentato oggi il Rapporto di previsione “Liberare il potenziale italiano. (Turismo & Attualità)

Confindustria: “A fine 2022 l’economia italiana colmerà il gap generato con la crisi pandemica”. “A fine 2022 il lungo recupero dell’economia italiana porterà alla completa chiusura del gap generato con la crisi pandemica . (T-mag)

Serve infine una riforma della cig, distinzione tra crisi aziendale reversibile e non, rimettere mano al Decreto Dignità e uscire dal blocco dei licenziamenti Ma c'è un altro fronte cruciale per le imprese sul quale si concentrano ora non a caso tutte le attenzioni di Confindustria: le imprese devono poter investire tutte le risorse nella ripresa, e devono farlo subito. (ilmessaggero.it)

Restano indietro tutte le altre: Pescara (30% dei km realizzati), Roma (28%), Palermo (20%), Bari (20%), Perugia (18%), Genova (16%), Napoli (16%), Ancona (7%), Catania (2%). Meno grave, ma comunque oltre il valore soglia, la percentuale rilevata nelle città di Catania (pari a 23 microgrammi/m3), Perugia e Firenze (entrambe con concentrazione di PM10 pari a 20 microgrammi/m3). (Yahoo Finanza)