L’Antitrust blocca la riforma del sistema dei bancomat chiesta dalle banche. “I costi per i clienti aumenterebbero”

Il Fatto Quotidiano ECONOMIA

Nella riforma proposta dal consorzio bancomat sarebbe la filiale in cui avviene il prelievo di contante a decidere se e quale tariffa applicare al cliente con un massimo di 1,5 euro. La riforma era chiesta soprattutto dagli istituti più grandi e con più sportelli (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Dopo oltre due anni di riflessione, l’authority ha deciso di lasciare le cose come stanno per i clienti delle banche italiane. Era stata presentata dalla società Bancomat S.p.A. (InvestireOggi.it)

Una buona notizia per coloro che effettuano prelievi Bancomat, soprattutto in tempi in cui, con il governo Meloni, si incentiva l’utilizzazione del contante rispetto ai pagamenti elettronici. (InvestireOggi.it)

(Teleborsa) (Borsa Italiana)

Negli ultimi giorni anche i non addetti ai lavori hanno imparato a familiarizzare con due sigle: Mif e Daf. I due acronimi indicano rispettivamente la multilateral interchange fee e la direct access fee, due diversi sistemi che regolano il pagamento delle commissioni sui prelievi dagli sportelli bancari (gli atm, chiamati in Italia comunemente Bancomat). (Wired Italia)

Secondo l'attuale regime di remunerazione, la banca che ha emesso la carta utilizzata per il prelievo versa una commissione interbancaria (MIF) all'istituto che è titolare dello sportello presso cui il prelievo avviene e può chiedere al proprio cliente una commissione, mentre il nuovo modello proposto da Bancomat prevede che la banca presso cui si fa il prelievo richieda direttamente al titolare della carta una commissione (DAF). (ilmessaggero.it)

Si tratta, nello specifico, della riforma del modello di remunerazione dei prelievi e della soglia minima oltre la quale scatta l’obbligo di accettare pagamenti elettronici. (Libero Tecnologia)