Anche Starbucks lascia la Russia: fine di un'epoca per le nuove generazioni

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Starbucks, dopo 15 anni di presenza nel territorio russo, ha deciso che chiuderà tutti i suoi punti vendita, che a oggi sono in tutto 130.

Dopo McDonald's, un altro colosso americano del food lascerà la Russia nei prossimi giorni.

Per molti, questa è la fine di un'epoca e di una Russia così com'è stata conosciuta dalle generazioni più giovani.

Era il 1990 quando McDonald's decise di aprire il suo primo fast-food in Russia, precisamente a Mosca

Il gigante del caffè americano segue le orme di Exxon Mobil e British American Tobacco, tra gli altri, ma anche Renault, che hanno deciso di ritirarsi dal mercato russo dopo l'invasione di Putin in Ucraina (ilGiornale.it)

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Fatti principali. Tutte i 130 punti di Starbucks in Russia chiuderanno definitivamente. Oggi, in una nota inviata ai dipendenti, Starbucks ha annunciato la chiusura di tutte le sue attività commerciali in Russia. (Forbes Italia)

Secondo un memo ai dipendenti, Starbucks ha deciso di chiudere i suoi 130 negozi, ma continuerà a pagare i suoi quasi 2.000 dipendenti russi per sei mesi, aiutandoli a passare a nuovi lavori. Lunedì 23 Maggio 2022, 16:30. (ilmessaggero.it)

Tra questi, anche molti giovani: hanno lasciato la Russia per il timore di ritrovarsi in guerra. Russia, così è cambiata la vita. Certo, non si può dire che questa grande fuga da Mosca non stia costando gravi perdite per tutti. (ilmessaggero.it)

Dopo McDonald's, anche la catena di caffetterie Starbucks lascia la Russa: l'annuncio è stato dato lunedì e segue quasi 15 anni di presenza a Mosca. La compagnia di Seattle ha 130 negozi in Russia, che sono operati dal gruppo Alshaya per licenza, con circa 2mila impiegati nel Paese. (la Repubblica)

L’accordo con Govor. Manca ancora la firma nero su bianco, ma quello tra Govor e McDonald’s è un patto ormai fatto. Nel 1990 McDonald’s fu il primo tra i marchi di consumo occidentali a conquistare l’accesso in Russia, aprendo poi le porte a tanti altri brand. (QuiFinanza)

Le aziende occidentali si ritirano un pezzo alla volta (anche se molte altre società, italiane incluse, rimangono in Russia: qui l’articolo completo). La decisione segue l’annuncio di altre multinazionali come McDonald’s (che operava nel paese da 32 anni), Exxon Mobil e British American Tobacco, che si sono già ritirate dal Paese. (Corriere della Sera)