Hong Kong, polizia assalta il Politecnico occupato: esplosioni, lacrimogeni e decine di arresti

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Il primo bilancio degli scontri di ieri a Hong Kong, stilato dalla Hospital Authority, parla di 38 persone ferite, di cui cinque in condizioni critiche.

Quando sembrava che si potesse precedere a uno sgombero pacifico, però è scattato il blitz della polizia.

Quando i primi manifestanti sono usciti però la polizia li ha investiti con i lacrimogeni costringendoli rientrare.

Prima c'è stato un fitto lancio di lacrimogeni, poi si sono sentite delle esplosioni, infine l'irruzione. (Fanpage.it)

Su altri giornali

Nel frattempo tutte le lezioni in tutte le scuole di Hong Kong sono state sospese, sia per oggi che per la giornata di domani. Questa mattina la polizia di Hong Kong ha fatto irruzione nel campus della Polytechnic University, dopo un assedio che è andato avanti tutta la notte. (ilGiornale.it)

I margini di compromesso sembrano esigui, perché Pechino ha confermato la fiducia alla governatrice di Hong Kong, Cariie Lam. D’altra parte, altrettanto rischioso sarebbe agli occhi di Pechino far finta che nulla sia successo, poiché proprio nelle suddette regioni le proteste di Hong Kong potrebbero trovare facili emuli. (L'HuffPost)

La nuova app web di Rep è ottimizzata per i browser di nuova generazione. (La Repubblica)

In gran parte giovani, gli arrestati sono stati ammanettati con fascette di plastica e sono stati fatti sedere faccia al muro e tenuti sotto sorveglianza degli agenti anti-sommossa. In mattinata sul Kowloon, decine di persone - almeno quaranta, ma il cui numero potrebbe salire fino a cento, secondi varie stime - sono state arrestate a Golden Plaza. (AGI - Agenzia Italia)

Enjoy the videos and music you love, upload original content, and share it all with friends, family, and the world on YouTube. (Il Sole 24 ORE)

La polizia aveva anche il potere di ordinare o di togliere direttamente le maschere in qualsiasi momento e luogo. E mentre al Politecnico l'assedio è in una situazione di stallo, si è aperto un nuovo fronte di protesta. (Avvenire)