La cefalea cronica è malattia sociale: con la nuova legge non è più invisibile

Il Sole 24 ORE SALUTE

Ora in Italia la cefalea cronica è riconosciuta come una malattia sociale, invalidante.

Come si accerta. Un solo articolo per dire che la cefalea primaria cronica, deve essere accertata da almeno un anno in un paziente.

Si deve attestare l’effetto invalidante della malattia che viene riconosciuta come malattia sociale.

La cefalea cronica è malattia sociale: con la nuova legge non è più invisibile In Italia ne soffrono 7-8 milioni di persone. (Il Sole 24 ORE)

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La cefalea cronica è una malattia sociale. Non parliamo del semplice ‘mal di testa’ passeggero, ma di una malattia cronica e invalidante vera e propria, molto più diffusa di quanto si possa immaginare, che purtroppo ha già portato alcuni pazienti a compiere anche gesti estremi”. (Tuscia Web)

Come si accerta la cefalea cronica. Il solo articolo di cui si compone la legge riconosce la cefalea cronica come malattia sociale, nelle seguenti forme:. emicrania cronica e ad alta frequenza. cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici. (greenMe.it)

Il Senato della Repubblica in data 8 luglio 2020 ha approvato a pieni voti un disegno di legge che tutela chi soffre di cefalea, un progetto intrapreso dalla Lega nel lontano 2011. La legge ha ottenuto 253 voti a favore, 2 contrari e nessuna astensione. (Money.it)

A riconoscerla così è stata l'aula del Senato che ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulla malattia. Laè una malattia sociale. (la Repubblica)

’è voluto il mal di testa per far approvare quasi all’unanimità una legge al Senato. Che sia la cefalea di tipo tensivo, l’emicrania, la cefalea a grappolo o la cefalea cronica. (Il Messaggero)

La cefalea cronica è stata finalmente riconosciuta come “malattia sociale”. Da quanto si apprende, la legge si avvale di un unico articolo e prevede che la cefalea cronica, accertata mediante diagnosi di centro specializzato che ne riconosce l’effetto invalidante, da più di un anno, è riconosciuta come “malattia sociale”. (Inews24)