Il successo della raccolta firme per la marijuana, il rinvio del processo a Patrick Zaki e le altre notizie della giornata

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Zaki viene trasferito nella sua città natale, al Mansoura, dove viene convalidato il fermo amministrativo.

In Egitto, infatti, le indagini possono prolungarsi fino a due anni.

Zaki viene arrestato all’aeroporto del Cairo il 7 febbraio 2020: è appena rientrato da Bologna, dove frequenta una magistrale in studi di genere.

La storia di Zaki, però, è solo la punta dell’iceberg

Zaki, però, è stato interrogato per la prima volta a luglio, a 17 mesi dall’arresto, la seconda 4 giorni fa. (Radio Popolare)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Ma poteva andare pure meglio, ammettono quelli che erano presenti all’udienza lampo, 5 minuti, appena il tempo di replicare affermando la propria innocenza. Poteva andare peggio, Zaki poteva essere condannato a 5 anni senza replica, come accaduto a giugno al connazionale Ahmed Samir Santawy. (Il Piccolo)

La prima udienza si è svolta oggi dopo un anno e sette mesi di detenzione preventiva dello studente. Sulla base delle accuse che gli sono state mosse, rischia fino a 5 anni di carcere: calcolando la custodia cautelare iniziata nel febbraio 2020, resterebbe in prigione altri 3 anni e 5 mesi. (Domani)

Non a caso, l’Egitto ha avviato la propria «strategia nazionale per i diritti umani»: un programma di ampio respiro per rafforzare il rispetto dei diritti umani, politici, personali e in campo economico-imprenditoriale. (Avvenire)

Lo ha dichiarato la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, tramite un videomessaggio inviato in occasione della seduta di laurea del Master europeo in studi di genere e delle donne, il corso di studi dell’ateneo di Bologna, a cui è iscritto Patrick Zaki, lo studente egiziano detenuto in Egitto dal febbraio 2020 La ricerca e il sapere si nutrono di verità e giustizia: siamone sempre consapevoli”. (LaPresse)

La nuova udienza del processo a Patrick Zaki è stata fissata dai giudici egiziani per il prossimo 28 settembre. E’ il commento all’Ansa di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, sull'udienza di Patrick Zaki. (Giornale di Sicilia)

Una presenza-pressione analoga a quella esercitata in tutte le precedenti udienze sul rinnovo della custodia cautelare dal febbraio dell'anno scorso. Patrick ha bevuto a fatica da una bottiglietta, ha scartato e mangiato un dolciume fattogli arrivare dalla sorella. (ilmessaggero.it)