Caso Vannini, la Cassazione: “Ciontoli colpevoli perché non vollero fare nulla per salvarlo”

DonnaPress INTERNO

L’uomo era ben consapevole di aver colpito Marco Vannini con un arma da fuoco ad una distanza dalla quale il colpo poteva solo uccidere.

Antonio Ciontoli è accusato di aver fatto esplodere colposamente un colpo di pistola che ha ucciso poi Marco Vannini.

Marco Vannini si poteva salvare peccato però che i soccorsi arrivarono 110 minuti dopo lo sparo del colpo.

Poco dopo le 3 del mattino del 18 maggio, Marco Vannini muore. (DonnaPress)

Su altre fonti

[email protected]. gus Lo dice l’assessore alla Sicurezza, Polizia locale e Immigrazione di Regione Lombardia, Riccardo De Corato, commentando la sentenza del Consiglio di Stato sul capannone che fungeva da moschea a Cantù (Como). (MI-LORENTEGGIO.COM.)

Condannati anche la moglie e i due figli a 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio volontario. Poco dopo le 23:00, Marco venne colpito da un colpo di pistola, sparato dal padre di Martina e Federico. (ilGiornale.it)

Ciontoli minimizzò l'accaduto. Antonio Ciontoli come "militare appartenente alla Marina militare e successivamente distaccato ai Servizi segreti, detentore di armi da fuoco e autore dello sparo, ha gestito in maniera autoritaria l'incidente e ha da subito minimizzato l'accaduto, tentando di rassicurare i familiari con spiegazioni poco credibili", si legge ancora nelle motivazioni della sentenza. (RomaToday)

I giudici si concentrano sul comportamento del capofamiglia: Antonio Ciontoli, militare di Marina e successivamente ai Servizi segreti come distaccato, era il «detentore di armi da fuoco e autore dello sparo». (Open)

Per loro tutta la famiglia Ciontoli la sera tra il 17 e il 18 maggio 2015 era consapevole “della presenza del proiettile ancora nel corpo di Vannini” “Ciontoli era ben consapevole di aver colpito Marco Vannini con un’arma da fuoco e della distanza minima dalla quale il colpo era stato esploso”, scrivono i giudici. (LE IENE)

La sentenza d’Appello confermava quanto emesso in sentenza dal Tribunale di Lamezia Terme in primo grado a febbraio 2018. a Corte di Cassazione – accogliendo la richiesta dell’avvocato Mario Murone – ha annullato con rinvio la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro il 28 novembre 2019 a carico di Daniele Menniti in qualità di Sindaco di Falerna. (Corriere della Calabria)