Coldiretti, ecco “la black list dei cibi più pericolosi”

Agroalimentarenews ESTERI

In generale in testa alla classifica dei Paesi dai quali giungono i cibi più contaminati ci sono l’India, responsabile del 12% degli allarmi alimentari scattati in Europa, la Turchia con il 10% e la Polonia (10%) ma preoccupazioni - continua la Coldiretti - arrivano anche dalla Francia (6%), dall’Olanda (6%) e dalla Cina (6%).

I CIBI PIU’ PERICOLOSI PAESE MOTIVAZIONE

Agronews. Coldiretti, ecco “la black list dei cibi più pericolosi”. (Agroalimentarenews)

Se ne è parlato anche su altre testate

Un’emergenza quindi che – sottolinea la Coldiretti – non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo ma che, per effetto della globalizzazione degli scambi e della competizione al ribasso sui prezzi, si estende anche a quelli più ricchi. (picenotime)

Si tratta di etichette a colori che, sottolinea la Coldiretti, si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia, senza tenere conto delle porzioni. (Fruitbook Magazine)

Dall’olio extravergine d’oliva al Parmigiano Reggiano, dal Prosciutto di Parma al Raschera: sono solo alcuni dei prodotti di qualità del Made in Italy a tavola bocciati senza appello dall’etichetta a colori che sta avanzando in Europa, dal Nutriscore francese a quella a semaforo inglese. (LaVoceDiAlba.it)

Big data e tecnologia per programmare il futuro dell’agricoltura. Un tavolo di concertazione permanente tra i rappresentanti politici delle istituzioni e i rappresentanti agricoli. E’ la proposta di Coldiretti Nuoro Ogliastra accolta dai consiglieri regionali e dai parlamentari presenti ieri a Nuoro durante l’incontro che si è tenuto nella Camera di Commercio. (Sardegna Reporter)

Un’emergenza quindi che – sottolinea la Coldiretti – non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo ma che, per effetto della globalizzazione degli scambi e della competizione al ribasso sui prezzi, si estende anche a quelli più ricchi. (Ravennawebtv.it)

Ma la situazione si ripercuote a cascata sull’intero sistema agroalimentare con oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti nell’anno della pandemia Si tratta di prodotti, soprattutto formaggi e salumi, che sono il frutto del lavoro di generazioni la cui ricetta non può essere cambiata. (WineNews)