Egitto, rettore Bologna: Zaki ha bisogno di tornare qui da uomo libero

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LaPresse INTERNO

(LaPresse) – “Patrick Zaki ha bisogno di tornare qui da noi, in ateneo, dai suoi docenti, come un uomo libero, che porterà con sé sempre i segni di questi lunghi mesi, ma potrà farsi forza anche dei valori che la sua esperienza incarna”.

Bologna, 16 set.

Lo ha detto il rettore dell’università di Bologna, Francesco Ubertini, in occasione della seduta di laurea del Master europeo in studi di genere e delle donne, il corso di studi dell’ateneo di Patrick Zaki, lo studente egiziano detenuto in Egitto dal febbraio 2020

(LaPresse)

Se ne è parlato anche su altri media

La storia di Zaki, però, è solo la punta dell’iceberg Zaki viene arrestato all’aeroporto del Cairo il 7 febbraio 2020: è appena rientrato da Bologna, dove frequenta una magistrale in studi di genere. (Radio Popolare)

Patrick ha bevuto a fatica da una bottiglietta, ha scartato e mangiato un dolciume fattogli arrivare dalla sorella. Un saluto anche ai due diplomatici italiani venuti dal Cairo per monitorare l'udienza assieme a due colleghe di Germania e Canada, intervenute su iniziativa italiana. (ilmessaggero.it)

(LaPresse) – “Tenere accesa l’attenzione su Patrick Zaki equivale anche a tenere viva la memoria su Giulio Regeni e chiedere verità e giustizia. La ricerca e il sapere si nutrono di verità e giustizia: siamone sempre consapevoli”. (LaPresse)

Poteva andare peggio, Zaki poteva essere condannato a 5 anni senza replica, come accaduto a giugno al connazionale Ahmed Samir Santawy. Ma poteva andare pure meglio, ammettono quelli che erano presenti all’udienza lampo, 5 minuti, appena il tempo di replicare affermando la propria innocenza. (Il Piccolo)

Rischia altri 3 anni e 5 mesi di carcere. Sulla base delle accuse che gli sono state mosse, rischia fino a 5 anni di carcere: calcolando la custodia cautelare iniziata nel febbraio 2020, resterebbe in prigione altri 3 anni e 5 mesi. (Domani)

Ma subito il governo ha messo le mani avanti: i diritti umani vanno declinati secondo le tradizioni religiose, storiche e culturali del Paese, non presi acriticamente dall’Occidente. (Avvenire)