Cellulare sequestrato a cronista, il caso ripreso da giornali nazionali e locali. L'indignazione della stampa

l'Immediato INTERNO

La Federazione Nazionale della stampa, Assostampa Puglia e Ordine dei giornalisti della Puglia si sono schierati a difesa del cronista e del diritto a informare

Continueremo a lavorare con la schiena dritta, nell’interesse esclusivo dei lettori e della tutela dei principi cardine della professione giornalistica”.

Al Corriere il cronista ha spiegato che “non fermerà l’impegno nel raccontare le opacità di un territorio troppo spesso martoriato dalla criminalità organizzata”. (l'Immediato)

Ne parlano anche altri media

Pesante e’ indagato per ricettazione di un file video relativo al filmato, ripreso dalle telecamere di sicurezza del carcere di Foggia, dell’agguato mortale teso ad Alessandro Scrocco compiuto il 17 maggio scorso. (StatoQuotidiano.it)

“Sono stato contattato dalla squadra mobile per sommarie informazioni in merito al video e mi sono ritrovato con il cellulare sequestrato e un’accusa di ricettazione. Avendo egli opposto, comunque, il suo dovere di tutela delle fonti, è stato notificato il decreto di sequestro dello smartphone. (l'Immediato)

“È accusato di ricettazione Francesco Pesante, giornalista e direttore de “l’Immediato”, quotidiano online di Foggia che da anni denuncia gli affari tra la mafia foggiana e la mala politica”. Inizia così l’articolo de “Il Fatto Quotidiano” sul caso del sequestro del telefono al cronista della testata web foggiana. (l'Immediato)

Francesco Pesante, direttore della testata online "L'Immediato", è indagato per ricettazione di file video la pubblicazione del filmato, registrato dalle telecamere di sicurezza del carcere di Foggia, in cui si vede l'omicidio di Alessandro Scrocco (La Repubblica)

Gli agenti della mobile, su disposizione del pm Rosa Pensa della procura foggiana il 22 giugno scorso hanno sequestrato lo smartphone del giornalista. Video divenuto virale nelle chat e che Pesante, così come altre testate giornalistiche, ha pubblicato sul proprio sito di informazione. (l'Immediato)

Secondo il legale, inoltre, il cellulare «è pieno di informazioni private e il video e’ stato ricevuto da un altro collega e reca l’indicazione “inoltrato molte volte”». Continueremo a lavorare con la schiena dritta, nell’interesse esclusivo dei lettori e della tutela dei principi cardine della professione giornalistica». (Corriere della Sera)