Vulcano Canarie, le nuove colate di lava sono più distruttive: investita area industriale

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La nuova colata lavica generata dal crollo del cono avanza più fluidamente da nord, verso la spiaggia del Perdido, dove potrebbe formarsi una nuova fascia.

Secondo gli esperti che in queste settimane stanno presidiando la zona, sono tre le colate di lava attive, tutte al momento nella zona evacuata a inizio eruzione.

APPROFONDIMENTI LA PALMA In un mese 35mila terremoti e 1.281 edifici colpiti MONDO Video MONDO Foto LA PALMA Vulcano Canarie, si apre anche una terza bocca. (ilmessaggero.it)

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Circa 6.700 persone sono state evacuate dalle loro case a La Palma, che ha una popolazione di circa 83.000 abitanti (Reuters-TV). Le autorità hanno affermato che la lava dell’eruzione iniziata il 19 settembre ha distrutto quasi 600 ettari di terreno. (Amantea online)

La loro raccomandazione a chi è in zona è di prestare sempre attenzione alle loro indicazioni. I responsabili del piano d'emergenza per l'eruzione hanno spiegato a più riprese che situazioni di questo tipo potrebbero ripresentarsi, data l'imprevedibilità del comportamento del vulcano. (tvsvizzera.it)

I piani avranno bisogno di ulteriori modifiche perché la superficie guadagnata dalla lava in mare è abbastanza grande da essere percepibile su mappe con una certa definizione MeteoWeb. Sono passati 24 giorni da quando il vulcano di La Palma ha iniziamo ad emettere lava, e il continuo flusso continua a complicare la situazione sull’isola delle Canarie (MeteoWeb)

Negli ultimi giorni l’eruzione del vulcano si è intensificata, con ripetute eruzioni che vomitano magma nell’aria Circa 1.200 case e altri edifici sono stati distrutti dalla colata di lava incandescente e distruttiva. (CiSiamo.info)

Nuove colate laviche, provocate dall’eruzione del vulcano a La Palma, hanno raggiunto un polo industriale della città e distrutto un cementificio, sollevando nuovi timori sulla presenza di gas tossici. (Il Fatto Quotidiano)

Un fulmine fotografato durante l'eruzione del vulcano Sakurajima nel sud del Giappone nel gennaio 2016. Se il processo eruttivo continua con un'esplosività uguale o maggiore di quella attuale, potremo assistere alla formazione di nuovi fulmini (Ilmeteo.net)