Colpo al clan Labate, l’insospettabile talpa e le soffiate al boss delle pompe funebri

Il Reggino INTERNO

Ma la dipendente comunale sospesa nell'inchiesta Cassa continua si sarebbe precipitata a informare dell'interdittiva antimafia in arrivo, consigliando anche possibili contromisure.

Ma la dipendente comunale sospesa nell'inchiesta Cassa continua si sarebbe precipitata a informare dell'interdittiva antimafia in arrivo, consigliando anche possibili contromisure.

Soprattutto la Messina, che da dipendente comunale era in grado di accedere ad informazioni che ha messo a disposizione dell’uomo dei Labate. (Il Reggino)

Se ne è parlato anche su altre testate

Reato commesso a Reggio Calabria il 16.06.2017;. e con (nei cui confronti si è proceduto separatamente), illegalmente detenevano armi comuni da sparo: un fucile carabina cal. (Stretto web)

Reato commesso a Reggio Calabria, il 02 luglio 2012 (data di inizio dell’attività). Reato commesso a Reggio Calabria il 25.11.2014; detenzione illegale di arma comune da sparo, una pistola di calibro e marca non precisata, reato commesso a Reggio Calabria in data anteriore e prossima al 16.06.2017. (Corriere della Calabria)

Nell'operazione, denominata "Cassa continua", i militari, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari e contestuale decreto di sequestro preventivo nei confronti di 6 persone (4 in carcere e 2 agli arresti domiciliari), nonché una misura interdittiva personale (sospensione per mesi 12 dall’esercizio di pubblico ufficiale o servizio) e una misura di sequestro preventivo delle quote di partecipazione e di tutti gli elementi presenti nel patrimonio aziendale riguardante una impresa di onoranze funebri denominata “Croce Amaranto” con sede in Reggio Calabria. (Il Lametino)

Reato commesso a Reggio Calabria, fino all'8 dicembre 2012;. . . , Pietro Toscano quale titolare di fatto della ditta di onoranze funebri avente denominazione "Croce Granata", compivano atti di concorrenza con minaccia ai danni di altro imprenditore concorrente. (LaC news24)

L’accusa è anche di illecita concorrenza aggravata perché, in concorso con Falco, Toscano quale titolare di fatto della ditta di onoranze funebri “Croce Granata”, sono accusati di concorrenza con minaccia ai danni di un altro imprenditore concorrente. (Quotidiano online)

Ciò che maggiormente colpisce della vicenda è l’assoggettamento di un professionista che, sentitosi ingiustamente minacciato, piuttosto che denunciare il fatto alle competenti autorità, preferiva rivolgersi a Pietro TOSCANO, conscio della forza intimidatrice che lo stesso avrebbe esercitato sul predetto cliente. (ZMedia)