Infarto, scoperta la complicità del batterio escherichia coli

Nurse Times SALUTE

Gli italiani hanno analizzato un campione di 150 individui, di cui 50 con infarto in atto, 50 persone cardiopatiche, ma senza infarto, e 50 individui sani (gruppo di controllo).

I ricercatori italiani che hanno condotto i test mirano allo sviluppo di un vaccino preventivo per gli individui a rischio.

Un team di scienziati italiani ha scoperto la complicità nell’infarto dell’escherichia coli, batterio dell’intestino che risulta in circolo nel sangue dei pazienti ed è presente anche nell’arteria ostruita che causa il malore. (Nurse Times)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Tale condizione è stata correlata con la concentrazione della capsula batterica nel trombo coronarico, suggerendo che l’aumentata permeabilità intestinale sia responsabile della traslocazione batterica nel sangue dei soggetti con l’infarto. (Il Foglietto della Ricerca)

E cioè fare in modo che l'Escherichia coli anche se presente in circolo non faccia danni. In un secondo momento abbiamo iniettato l'Escherichia coli nei topi e abbiamo visto che il batterio aumenta la trombosi sperimentale. (Scienze Fanpage)

Ricerche precedenti condotte negli Stati Uniti, infatti, avevano riscontrato la loro presenza nel sangue di pazienti infartuati. Lo studio apre a nuove prospettive terapeutiche di cura e prevenzione. (Wired Italia)

Conducendo una ricerca su 150 pazienti hanno infatti scoperto che i pazienti infartuati presentano il batterio Escherichia coli in circolo nel sangue ed anche nell’arteria ostruita. A scoprirlo una ricerca scientifica del Policlinico Umberto I di Roma. (Sputnik Italia)

La scoperta potrebbe gettare le basi sia per un vaccino preventivo anti-infarto, sia per delle terapie mirate da somministrare in fase acuta. “La nostra scoperta è coerente con quella di altri ricercatori in Usa che hanno trovato diversi batteri intestinali nel sangue di pazienti infartuati”, rileva Violi. (Il Fatto Quotidiano)

Questo studio è stato reso noto a seguito della pubblicazione sull’European Heart Journal ed è stato fatto su un campione di 150 persone. Questo studio ha una valenza notevole in quanto può indurre alla scoperta di vaccini per gli individui a rischio e può portare allo sviluppo di farmaci per l’infarto. (RicettaSprint)