Rapito, ennesima grande prova di Marco Bellocchio

Chi ha visto “Marx può aspettare” sa che a casa Bellocchio col battesimo non si scherza. Il gemello di Marco, Camillo, nacque tre ore dopo il futuro regista e la madre, temendo morisse, lo fece subito battezzare. Tre volte già che c’era, i Bellocchio erano molto devoti. A somministrare i sacramenti a Edgardo Mortara, piccolo ebreo nato nel 1851 a Bologna, è invece una domestica cattolica che vedendolo febbricitante e sentendo i genitori pregare lo battezza di nascosto segnandone il destino. (L'Espresso)

Ne parlano anche altri media

Il dialogo al di là dei tabù di Riccardo Di Segni (la Repubblica)

COLPEVOLI – De Paola è duro contro il club bianconero: «Tutti hanno interesse a voltare pagina, la Juventus e il calcio italiano in generale. La Juventus è stata trovata colpevole, ha dimostrato per l’ennesima volta di non essere la locomotiva pulita del calcio italiano. (Inter-News)

È straordinario, Marco Bellocchio. Ormai a tutti gli effetti il nostro cineasta più fresco, potente, coraggioso, imperituro, sempre lucido e allo stesso tempo appassionato. A guardare il suo ultimo ciclo filmico (quello iniziato nel 2019 con Il Traditore, ma in un certo senso preparato già in Fai bei sogni) non si può fare a meno di pensare alle parole di Akira Kurosawa e sottolineate anche da Martin Scorsese al 76esimo Festival del Cinema di Cannes, dove il film del cineasta di Bobbio di cui stiamo per parlare era in concorso. (Lega Nerd)

Martedì 30 maggio a Torino in programma tre appuntamenti con Marco Bellocchio, in città per incontrare il pubblico del suo film “Rapito”: insieme a lui, all’Ambrosio per gli spettacoli delle 18,30 e delle 21,15 e al Massimo per quello delle 20,30, ci saranno Fausto Russo Alesi, che nel film interpreta il padre del piccolo Edgardo Mortara, vittima del rapimento da parte delle autorità ecclesiastiche nella Bologna di metà ’800, e Barbara Ronchi, che nel film è la madre. (CronacaQui.it)

Il film ha convinto critica e pubblico, ma senza volerlo ha anche riacceso il dibattito: "Le difese d'ufficio di Pio IX e del suo apparato persecutorio, che compaiono in questi giorni da molte parti del mondo cattolico, sono se non stupefacenti almeno preoccupanti" , la denuncia di Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma. (ilGiornale.it)

Nel film si racconta uno dei casi più controversi della nostra storia: nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara. “Rapito”, il potere della Chiesa secondo Marco Bellocchio (Radio Capital)