La marea nera distrugge le coste: scontro tra Repsol e Perù

Avvenire ESTERI

E bloccando, di fatto, l’attività delle migliaia e migliaia di pescatori artigianali delle regioni di Lima e Callao.

Non solo, cioè, dando loro un impiego temporaneo nella pulizia ma con un progetto di «lungo periodo»

Così il gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha valutato gli impatti ambientali provocati dallo sversamento di petrolio lungo le coste peruviane dello scorso 15 gennaio.

L’arcivescovo Carlos Castillo, da parte sua, ha esortato a dare una «riparazione integrale» ai lavoratori del mare. (Avvenire)

Se ne è parlato anche su altri giornali

La protesta è proseguita poi anche sui social, dove l’hashtag #Repsolhaztecargo (Repsol assumiti la responsabilità) è diventato virale. (greenMe.it)

La Repsol aveva inizialmente attribuito la fuoriuscita allo tsunami seguito all’eruzione del vulcano sottomarino a Tonga, avvenuta lo scorso 14 gennaio nel Pacifico meridionale. I danni, che potrebbero perdurare per anni secondo gli esperti, rischiano di essere aggravati dal ritardo nel contenimento degli incidenti. (Today.it)

La fuoriuscita di petrolio al largo della costa centrale del Peru' una quindicina di giorni fa – a causa dello tsunami, provocato dall'eruzione del vulcano Tonga - ha messo molti uccelli marini, che nidificano sulle isole, a un drammatico bivio: morire di fame o di avvelenamento. (Tiscali.it)

L’indagine è ancora in fase preliminare, ma potrebbe portare a una condanna per inquinamento ambientale, un reato punibile con 4-6 anni di prigione A seguito dell’incidente, il presidente peruviano Pedro Castillo aveva dichiarato lo stato di emergenza ambientale ed era stata aperta un’indagine per chiarire le dinamiche dell’incidente. (Roccarainola.net)

Il ministro dell'Ambiente, infatti, ha denunciato una nuova e "relativamente piccola" perdita di petrolio lungo la costa durante "l'operazione di rimozione della marea nera", causata dal gruppo petrolifero spagnolo Repsol (Euronews Italiano)

Secondo la prima ministra Mirtha Vásquez, la multinazionale non aveva alcun piano di emergenza per affrontare una perdita di petrolio così massiccia. Intanto, un giudice ha già ordinato ad alcuni dirigenti della Repsol di lasciare il paese, in attesa di un chiarimento (ticinolive)