Un nuovo anticorpo monoclonale per la terapia dell'infarto e dell'ischemia cardiaca

Tecnomedicina SALUTE

Promuovere l’innovazione transfrontaliera nella cura delle malattie cardiovascolari è appunto l’obiettivo principale del progetto transfrontaliero INCardio, che ha consolidato il progetto e unisce una trentina di ricercatori impegnati nel settore

Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte in tutto il mondo, oltre a causare la principale fonte di spesa sanitaria.

In Italia si spendono oltre 20 miliardi di euro all’anno per la cura di queste malattie. (Tecnomedicina)

La notizia riportata su altri media

Una nuova ricerca pubblicata su Nature Communications [1] ha dimostrato l’efficacia di un nuovo farmaco biologico, un anticorpo monoclonale capace di bloccare la fibrosi e proteggere il muscolo cardiaco dopo un infarto del miocardio. (insalutenews)

In Italia si spendono oltre 20 miliardi di euro all'anno per la cura di queste malattie. Sono però più difficili da preparare e utilizzare, oltre che più costosi, e per questo complicati da traslare dagli studi sperimentali ai pazienti". (Giornale di Sicilia)

Infatti, da un lato riduce la deposizione del tessuto fibroso che limita la funzione di pompa del cuore e, dall’altro, alimenta la sopravvivenza delle cellule muscolari cardiache. "Le nuove terapie biologiche stanno trasformando le cure oncologiche o delle malattie ereditarie, mentre sono davvero pochi i farmaci biologici per il trattamento delle malattie cardiovascolari”, ha commentato Zacchigna. (Sky Tg24 )

Questo è stato reso possibile dal progetto INCardio – Terapie Innovative per la cura delle malattie cardiovascolari, guidato da ICGEB e finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e da Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020 (Trieste News)

A fronte della pressione sociale e sanitaria esercitata da queste malattie, i farmaci che utilizziamo per curare i pazienti affetti da patologia cardiaca sono piuttosto datati. (Nurse Times)

Nel gruppo di lavoro, oltre a Serenza Zacchigna, anche i biologi molecolari Mauro Giacca, professore ordinario, e Andrea Colliva, assegnista di ricerca, entrambi afferenti al DSM. La stragrande maggioranza delle terapie ad oggi approvate sono piccole molecole chimiche che generalmente hanno un unico bersaglio, bloccano ad esempio l’azione di un enzima o di un recettore. (Università degli studi di Trieste)