Kabul, le donne scendono in piazza. I talebani disperdono la folla sparando in aria

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«Siamo intrappolate in una farmacia, ci siamo chiuse qui dentro», ha detto una delle partecipanti in un video visionato dall’agenzia Dpa.

Un altro slogan delle manifestanti, riportato su uno striscione, era: «Il 15 agosto è una giornata nera».

La reazione dei talebani non si è fatta attendere: dopo cinque minuti, le autorità sono intervenute e hanno disperso la folla sparando raffiche in aria.

Mentre su Twitter l’Ong Afghan Peace Watch ha denunciato il ferimento di alcune manifestanti durante la repressione della protesta

A pochi giorni dal primo anniversario della risalita al potere dei talebani in Afghanistan, il 15 agosto, una quarantina di afghane ha sfilato davanti al ministero dell’Educazione al grido di «cibo, lavoro e libertà». (Open)

Ne parlano anche altre fonti

La regione con più nuovi casi Covid è il Veneto con 2.376, seguito da Lombardia (+2.143), Lazio (+1.858), Campania (+1.749), Emilia Romagna (+1.610) e Sicilia (+1.567) (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ieri a Kabul pestaggi e spari di kalashnikov in aria contro la protesta delle donne: «Lavoro e libertà». Il 15 agosto 2021 i Talebani tornavano al potere dopo 20 anni di fallimenti occidentali. (Il Manifesto)

In Afghanistan, le donne hanno meno libertà che in qualsiasi altra parte del mondo, poiché sono private dell’istruzione secondaria e non hanno accesso a nessun altro lavoro sia in ambito sanitario che scolastico Le manifestanti, sventolavano uno striscione con su scritto: “Il 15 agosto è una giornata nera”, riferendosi alla data dell’ascesa al potere dei talebani nel 2021. (Radio RTM Modica)

Lunedì 15 agosto ricorre il primo anniversario dell'ingresso dei Talebani a Kabul, che hanno così ripreso il potere dopo che il loro primo regime era stato rovesciato nel 2003 dall'intervento anglo-americano (l'Adige)

filippo rossi Kabul, spari sulle donne. (La Stampa)

Il Ministero delle Donne “è stato creato dagli occidentali per imporre la loro cultura”, afferma Akif Muhajer. A Kabul molte donne hanno dovuto lasciare il lavoro sotto il rigore del regime fondamentalista imposto un anno fa dai guerriglieri radicali in Afghanistan (Nanopress)