Covid, la terza dose di vaccino è sicura? Gli effetti collaterali sarebbero aumentati. Quali sono

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Preoccupa la somministrazione della terza dose di vaccino contro il Covid: gli effetti collaterali potrebbero essere più ‘pesanti’.

Gli effetti collaterali potrebbero essere più ‘pesanti’. Molti esperti guardano con diffidenza alla somministrazione della terza dose con i vaccini mRNA per la reattogenicità sistemica soprattutto dopo la seconda dose.

Ma la terza dose è al centro di discussioni anche accese che riguardano soprattutto la sicurezza. (News Mondo)

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I ricercatori hanno analizzato le evidenze prodotte da studi randomizzati controllati e da studi osservazionali pubblicati su riviste peer-reviewed e piattaforme pre-print. (Adnkronos Salute) - I dati attualmente disponibili sull'efficacia del vaccino anti-Covid non supportano la necessità di una terza dose per la popolazione generale. (Today.it)

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“Dalla prossima settimana – scrive il presidente – iniziamo con chi ha ricevuto un trapianto e che saranno contattati dal sistema sanitario regionale “Le somministrazioni – ha reso noto la struttura commissariale – avverranno dal 20 settembre a partire dai soggetti immunocompromessi”. (La mia città NEWS)

La percentuale di positività dei tamponi resta al 2 per cento, mentre l’Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi passa da 0.98 a 0.99 di MARCO GIAVELLI. Anche il Piemonte si prepara ad avviare la somministrazione della terza dose del vaccino anti-Covid ai soggetti fragili, dopo il via libera dell’Aifa arrivato la scorsa settimana. (Luna Nuova)

A seguito del parere favorevole espresso dalla Commissione Tecnico Scientifica dell’AIFA e del CTS, è in corso da parte del ministero della Salute un confronto con i tecnici delle regioni per la puntuale definizione della popolazione target. (TG-PRIMARADIO)

Per tutti i tipi di vaccino e contro tutte le varianti considerate, l’efficacia dell’immunizzazione risulta maggiore contro la malattia grave rispetto a forme lievi. Gli autori della pubblicazione osservano che, “anche se i livelli di anticorpi nelle persone vaccinate diminuiscono nel tempo, ciò non comporta necessariamente una riduzione dell’efficacia dei vaccini contro la malattia grave” (il Fatto Nisseno)