Per Renzi un destino da saltimbanco. Conte ei Cinque Stelle non cedono ai ricatti dei renziani costringendoli a fare l'ennesimo dietrofront sul caso Bonafede

LA NOTIZIA INTERNO

Per placare i bollenti spiriti dei renziani si potrebbe concedere di rivedere la squadra di governo come auspica Iv.

Ieri si votavano al Senato le due mozioni di sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: una presentata dal centrodestra, l’altra da Emma Bonino.

Perché “la garanzia del diritto alla difesa e la ragionevole durata del processo sono due valori imprescindibili”.

Alla fine hanno deciso di respingerle entrambe col risultato che sono state bocciate: salvo Bonafede, salvo il governo. (LA NOTIZIA)

Ne parlano anche altri media

Giorgia Meloni non le manda a dire al premier Giuseppe Conte nel commentare il contenuto del "Decreto rilancio", un provvedimento che viene definito senza mezze misure come destinato più agli stranieri che non agli italiani in difficoltà. (ilGiornale.it)

La capogruppo di Italia Viva alla Camera, Maria Elena Boschi, si è rivolta così alla presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, dopo gli attacchi di quest'ultima alla ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova. (La Repubblica)

Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana, fondamentale per il nostro lavoro. La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati. (Il Fatto Quotidiano)

La leader di Fratelli d’Italia a Radio Anch’io su Radio1 rivela un particolare poco conosciuto della sua vita da giovane, quando ancora non apparteneva alla prima fila della politica. Giorgia Meloni torna sulle polemiche scoppiate dopo il momento di commozione della ministra per le Politiche agricole e lo scontro alla Camera con Maria Elena Boschi. (Corriere della Sera)

Un tentativo ridicolo come il voto prima a una mozione di sfiducia per aver lasciato i detenuti troppo in galera, e poi a un’altra per averceli lasciati poco. Di qui la loro richiesta di farsi garantire dallo Stato un prestito da 6 miliardi. (LA NOTIZIA)

Qualche eccezione si può citare: la prima mozione di sfiducia individuale, presentata nel '95 contro il ministro della Giustizia Filippo Mancuso dai senatori di maggioranza, fu approvata. Quando si chiedono dimissioni individuali di un ministro, è facile prevedere i fatti. (Italia Oggi)