Trent'anni senza Freddie Mercury: nel 1991 l'Aids stroncò il leader dei Queen

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo

Purtroppo Freddie, morto il 24 novembre 1991 a Londra è anche una delle più celebri vittime dell’Aids, che l’ha stroncato a soli 45 anni, nella sua residenza londinese quando la positività all’HIV era ancora una sentenza di morte.

E se questa vicenda comincia a confondersi con il mito è perché Freddie Mercury è stato uno dei front man più esplosivi, trasgressivi e coraggiosi mai visti su un palco. (Gazzetta del Sud)

Su altre fonti

Nessuna esibizione di quella giornata memorabile rimarrà nella mente di ognuno quanto quella dei Queen e di un Freddie Mercury in stato di grazia Se così è stato ben venga, perché è un piacere per noi di Hot Corn poter celebrare i Queen. (The Hot Corn Italy)

«Ha cercato di proteggerci fino all’ultimo» ha detto la madre Jer in una delle rare interviste concesse, «Anche mentre stava morendo, si preoccupava più degli altri che di sé stesso». «E’ stato un giorno molto triste, ma secondo la mostra religione quando arriva il momento della morte non si può fare nulla, devi andare» ha detto la madre Jer, «Freddie ha fatto più per il mondo nella sua breve vita che la maggior parte delle persone in cento anni» (Virgin Radio)

Con 'Sheer Heart Attack' prima e poi nel 1975 con 'A Night at the Opera' Freddie Mercury e i Queen conquisteranno il successo internazionale. La personalità e la grande presenza scenica colloca Freddie Mercury di diritto tra i più grandi 'front men' di tutti i tempi. (Rai News)

Sono passati 30 anni da quel maledetto giorno che ha lasciato nella disperazione milioni di fan in tutto il mondo. A cura di Gianluigi Cutillo, 24 novembre 2021 (StatoQuotidiano.it)

«Potevamo fare musica - e fare musica era la vita di Freddie. Mercury e la Svizzera - Il legame di Mercury con la Svizzera, lo ricordiamo, fu solido e duraturo: per svariato tempo soggiornò a Montreux. (Ticinonline)

Ma la peculiarità di Freddie Mercury, oltre che nella sua stratosferica presenza scenica, risiedeva certo nel suo altrettanto grande talento compositivo ma, ancora più, nell’unicità della sua timbrica: pochi colleghi, pure importanti, suonano altrettanto riconoscibili, e ancora meno – non è un caso – sono quelli che abbiano mai provato a imitarlo. (Il Fatto Quotidiano)