Tre domande a Fabio e Damiano D’Innocenzo, Elio Germano e Lorenzo Mieli

Interrogarci su noi stessi è la missione più preziosa che il cinema ci permette e America Latina prende alla lettera questa possibilità, raccontando un uomo costretto a rimettere in discussione la propria identità.

«È amore», mi rispondono in sincrono Fabio e Damiano, i gemelli D’Innocenzo, registi di America Latina, presentato giovedì a Venezia.

America Latina è un film sulla luce e abbiamo scelto il punto di vista privilegiato dell’oscurità per osservarla». (Domani)

La notizia riportata su altri giornali

La periferia sinonimo di isolamento mentale. I Fratelli D’Innocenzo scelgono ancora una volta la periferia laziale per raccontare le devianze e i drammi di cittadini disperati. America Latina ha una regia poco trascinante. (Cinematographe.it - FilmIsNow)

America Latina ha senz’altro un potenziale inespresso, probabilmente si pone persino come il meno compiuto, rotondo dei tre, ma è nondimeno l’attestazione di un cinema organico, dunque vivo, in continuo mutamento, che vibra. (Cineblog)

Basta un bel lavoro, i soldi, una villa con piscina e la famiglia perfetta a far "trovare l'America" a un uomo di Latina? Con una scelta ben specifica sulla fotografia e inquadrature quasi completamente incentrate su primissimi piani, con America Latina, i fratelli D'Innocenzo dichiarano la loro poetica cinematografica scegliendo uno stile peculiare e distintivo nella loro nuova pellicola. (Today.it)

Ed è stato proprio nei giorni in cui erano a Berlino per la seconda volta che hanno scritto di getto America Latina. America Latina è girato con grande cura e con scelte stilistiche che dovrebbero rimandare al senso profondo del film (Wired Italia)

E non è una connotazione antropologica quella che segna il ritorno con i fratelli di Elio Germano, già in Favolacce. L’incubo inizia qui, e mi corre l’obbligo di segnalare lo spoiler, perché è materialmente impossibile ragionare sul film senza parlare del seguito. (Domani)

Per Elio Germano, 40 anni, è la seconda volta sotto la guida dei fratelli D’Innocenzo. È la prima volta alla mostra per i gemelli Fabio e Damiano, premiati alla Berlinale con La terra dell’abbastanza e Favolacce. (Corriere della Sera)