Dall'Iit il farmaco per chiudere "la porta" al coronavirus

GenovaToday SALUTE

La strada che condurrà alla realizzazione del farmaco, di cui è già stato depositato il brevetto, ha preso avvio dall'Iit insieme a Scuola Superiore Sant’Anna e Università degli Studi di Milano, che hanno pubblicato uno studio sulla rivista 'Pharmacological Research', organo della 'International Union of Basic and Clinical Pharmacology'.

Per questo scopo, gli scienziati hanno brevettato un nuovo approccio, il primo tassello di quello che diventerà un farmaco, basato sull’uso di un aptamero di Dna, ovvero un breve filamento oligonucleotidico, capace di legarsi in modo specifico al residuo K353 di ACE2 rendendolo inaccessibile alla proteina spike di qualsiasi coronavirus (GenovaToday)

Su altre fonti

Prove di soccorso in uno degli scenari organizzati in Piemonte per l’esercitazione nazionale dei vigili del fuoco (LaPresse)

Arriverà dalla ricerca scientifica italiana una nuova strategia di precisione per ostacolare l'infezione del Coronavirus e la sua rapida diffusione tra le cellule, destinata a essere la base di un nuovo farmaco, per il quale è già stato depositato un brevetto. (PisaToday)

I DATI LAGO PER LAGO, IL QUADRO DELLA SITUAZIONE – Guardando alla situazione complessiva dei nostri laghi, dal punto di vista della disponibilità dei dati per le analisi, emerge il seguente quadro. Ciò permetterà di valutare se gli obiettivi di qualità, già raggiunti o da raggiungere, potranno essere mantenuti nel tempo. (MI-LORENTEGGIO.COM.)

Arriverà dalla ricerca scientifica italiana una nuova strategia di precisione per ostacolare l’infezione del coronavirus e la sua rapida diffusione tra le cellule, destinata a essere la base di un nuovo farmaco, per il quale è già stato depositato un brevetto. (Città della Spezia)

In questo senso, infatti, le potenziali tossicità degli acidi nucleici come farmaci sono di gran lunga inferiori rispetto ad altri farmaci innovativi come gli anticorpi monoclonali o altre proteine terapeutiche”. (Basilicata24)

Due gli elementi cardine utilizzati nella ricerca pubblicata su Science Immunology: l’aerosol, che provoca il contagio molto simile a quello naturale, e topi transgenici. Il team italiano ha così spostato l’attenzione dalle caratteristiche del virus a quelle della cellula umana bersaglio del virus. (Avvenire.it)