La strategia di Schlein e Taruffi per le elezioni europee: un rischio per il Partito Democratico?

Il capo dell'organizzazione del Partito Democratico (PD), Igor Taruffi, ha proposto un nuovo schema per la scelta delle candidature e dei capilista per le prossime elezioni europee. Questa strategia, nota come "schema Taruffi", è stata affidata a lui dalla segretaria del partito, Elly Schlein.

Un nuovo approccio

L'approccio proposto da Taruffi si basa su due principi fondamentali: un orientamento più a sinistra e una maggiore presenza di candidati esterni. Tuttavia, questa strategia potrebbe penalizzare europarlamentari uscenti di grande competenza come Irene Tinagli ed Elisabetta Gualmini.

Critiche e preoccupazioni

La strategia di Taruffi ha suscitato critiche e preoccupazioni. Alcuni membri del partito, come Pina Picierno, eurodeputata del PD, hanno espresso perplessità sulla gestione delle liste, sottolineando come la questione sia stata affrontata in modo disordinato, apparendo prima sui giornali e poi negli studi televisivi.

Il ruolo della società civile

Schlein ha puntato molto sulla "società civile" per le candidature del PD al Parlamento europeo, una scelta che ha relegato gli iscritti o militanti del partito a un ruolo secondario. Questa decisione ha suscitato non poche polemiche, con accuse di autoreferenzialità e violazione delle regole dettate dallo Statuto del partito.

La strategia di Schlein e Taruffi rappresenta un cambiamento significativo per il PD. Tuttavia, resta da vedere se porterà più voti o se, al contrario, rischierà di farne perdere. Le elezioni europee di giugno saranno un importante banco di prova per valutare l'efficacia di questo nuovo approccio.

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