Devi attivare javascript per riprodurre il video. "Occorre uscire dalla logica dei codici Ateco, delle deroghe e delle filiere essenziali a partire dall'industria manifatturiera e dai cantieri. Le quattro confindustrie del Nord chiedono una road map per un piano di aperture programmate delle attività produttive "mantenendo rigorose norme sanitarie e di distanziamento sociale". "Molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese".
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Pressione di Confindustria su Governo. In queste ore, le diverse propaggini di Confindustria hanno avviato una vera e propria campagna mediatica per spingere il Governo a riaprire al più presto. La mossa è destinata a generare ulteriori frizioni con Giuseppe Conte, il quale ha di recente posticipato l’allentamento delle misure di contenimento. “Prolungare il lockdown significa continuare a non produrre, perdere clienti e relazioni internazionali, non fatturare”, affermano le imprese del Nord.
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« Noi imprenditori del settore - prosegue - ci dichiariamo pronti ad accettare ogni limitazione, ma dobbiamo avere una prospettiva concreta per ripartire prima possibile, e contribuire a riattivare l’economia del Paese». Anche il mondo del terziario si dice pronto ad accettare ogni tipo di limitazione pur di riaprire negozi ed esercizi pubblici. Ma bisogna riaprire prima possibile, accettando tutte le precauzioni, i distanziamenti possibili e…
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Bisogna quindi definire un piano di aperture programmate di attività produttive mantenendo rigorose norme sanitarie e di distanziamento sociale. In sintesi, occorre ripartire rapidamente per dare al Paese, alle imprese e ai lavoratori un’agenda chiara e un quadro certo in cui operare». e Confindustrie di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto chiedono la definizione di un'agenda per la riapertura ordinata e in piena sicurezza del cuore del nostro…
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"Molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese". "Occorre uscire dalla logica dei codici Ateco, delle deroghe e delle filiere essenziali a partire dall'industria manifatturiera e dai cantieri. Devi attivare javascript per riprodurre il video. Le quattro confindustrie del Nord chiedono una road map per un piano di aperture programmate delle attività produttive "mantenendo rigorose norme sanitarie e di distanziamento…
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Abbiamo un piano pronto per le imprese, con un monitoraggio e un affiancamento alle nostre imprese da parte del servizio sanitario della regione. Un piano che deve essere affinato ma è pur vero che nella sua totalità è ormai completo. La salute è il primo e imprescindibile obiettivo: le imprese devono poter riaprire, ma è indispensabile che lo possano fare in assoluta sicurezza, tutelando tutte le persone.
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Per questo occorre condividere un modello di collaborazione con istituzioni, autorità sanitarie, associazioni industriali e sindacati". (Teleborsa) - Lepercon il rischio di "non riuscire più a rimetterlo in marcia".È quanto chiede la, ricordando che si tratta delle regioni che rappresentano ilIn una nota, gli industriali di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto sottolineano che "mai nella storia della Repubblica ci si è trovati ad affrontare unaIn questo gravissimo…
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Chiediamo quindi di definire una roadmap per una riapertura ordinata e in piena sicurezza del cuore del sistema economico del Paese. Per questo occorre condividere un modello di collaborazione con Istituzioni, Autorità sanitarie, Associazioni industriali, Organizzazioni sindacali. Il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari, insieme a Marco Bonometti, Fabio Ravanelli e Enrico Carraro, Presidenti delle Confindustrie Lombardia, Piemonte e Veneto…
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Bisogna quindi definire un piano di aperture programmate di attività produttive mantenendo rigorose norme sanitarie e di distanziamento sociale”. “La salute è il primo e imprescindibile obiettivo: le imprese devono poter riaprire, ma è indispensabile che lo possano fare in assoluta sicurezza, tutelando tutte le persone. Si legge in una nota diffusa da Confindustria di Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto che hanno sottoscritto un agenda per la…
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La Confindustria di Lombardia Emilia Romagna, Piemonte e Veneto hanno sottoscritto un agenda per la riapertura delle imprese e la difesa dei luoghi di lavoro e fronteggiare l'emergenza coronavirus. "Le relazioni sociali ed economiche sono colpite in modo grave, imprevedibile fino a poche settimane orsono. In questo gravissimo contesto, la salute è certamente il bene primario e ogni contributo affinché si possano alleviare e contrastare le conseguenze dell’epidemia è cruciale.
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Alle imprese, per attuare tale regolamento, deve essere assicurato, per gli industriali, un adeguato approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale. Per questo occorre condividere un modello di collaborazione con Istituzioni, autorità sanitarie, Associazioni industriali, organizzazioni sindacali". Gli industriali del nord chiedono, infine, "un impegno per definire insieme un piano di contenimento del virus" sui luoghi di lavoro basato su: "una…
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E spiegano anche che "per farlo bisogna realizzare un percorso chiaro e decisioni condivise con una interlocuzione costante tra Pubblica Amministrazione, associazioni di rappresentanza delle imprese e Sindacati che indichi le tappe per condurre il sistema produttivo verso la piena operatività". Confindustria Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte chiedono "una roadmap per una riapertura ordinata e in piena sicurezza del cuore del sistema economico del Paese.
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La seconda fase continuerà a lungo non possiamo immaginare una guerra vinta perché avremo altre battaglie e non dobbiamo pensare di poter tornare alla normalità piena in luglio o agosto". Secondo l'infettivologo Massimo Galli dell'ospedale Sacco di Milano non si può programmare la fase 2 senza colmare l'attuale "carenza dispositivi diagnostici", ovvero di test. Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha chiarito, in un'intervista radiofonica, che la data ipotizzata del 4…
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Gli industriali di Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, sottolineano che «mai nella storia della Repubblica ci si è trovati ad affrontare una crisi sanitaria, sociale ed economica di queste proporzioni. «Chiediamo quindi di definire - prosegue - una roadmap per una riapertura ordinata e in piena sicurezza del cuore del sistema economico del Paese. Bisogna quindi definire un piano di aperture programmate di attività produttive mantenendo rigorose norme sanitarie e di distanziamento…
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Bisogna tuttavia essere «consapevoli - prosegue il documento - che all'emergenza sanitaria seguirà una profonda crisi economica: dobbiamo quindi essere in grado di affrontarla affinché non si trasformi in depressione e per farlo abbiamo bisogno innanzitutto di riaprire in sicurezza le imprese». Gli industriali di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, sottolineano che «mai nella storia della Repubblica ci si è trovati ad affrontare una crisi sanitaria, sociale…
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Secondo le associazioni degli industriali delle quattro regioni del nord, le più colpite dall’emergenza coronavirus, "occorre ripartire rapidamente per dare al Paese, alle imprese e ai lavoratori un'agenda chiara ed un quadro certo in cui operare". Tutto concordano sul fatto che occorre condividere "un modello di collaborazione con Istituzioni, autorità sanitarie, Associazioni industriali, organizzazioni sindacali".
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Gli industriali hanno sottoscritto un’agenda per la riapertura delle imprese e la difesa dei luoghi di lavoro (GLI AGGIORNAMENTI SUL CORONAVIRUS - LO SPECIALE). E’ l’appello che arriva dalla Confindustria di Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto. Rimettere in moto le aziende del Nord. Ripartire in sicurezza. "Mai nella storia della Repubblica - dicono ancora gli industriali del Nord - ci si è trovati ad affrontare una crisi sanitaria, sociale ed economica di queste proporzioni.
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"Chiediamo quindi di definire -una roadmap per una riapertura ordinata e in piena sicurezza del cuore del sistema economico del Paese". La Confindustria di Lombardia Emilia Romagna, Piemonte e Veneto hanno sottoscritto un agenda per la riapertura delle imprese e la difesa dei luoghi di lavoro e fronteggiare l'emergenza coronavirus. Bisogna quindi definire un piano di aperture programmate di attività produttive mantenendo rigorose norme…
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