«Anche mio figlio lavora a questi macchinari: è morta una compagna di lavoro». Ora e qui voglio esprimere solo il mio dolore assieme ai miei familiari e a tutti coloro che con me lavorano in azienda» Alle macchine lavoro anch’io, vi lavorano mio figlio e mio marito. Non mi sottrarrò ai miei doveri né al confronto nelle sedi appropriate anche per capire come possa essere avvenuto questo dramma. Non è…
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Montemurlo, la titolare della…"
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La morte di Luana D’Orazio ha portato ad un’indagine che coinvolge due persone dell’azienda in cui lavorava: la titolare rompe il silenzio. Voglio solo ribadire il mio dolore, assieme ai miei familiari e a tutti coloro che lavorano in azienda” Luana D’Orazio, le parole della titolare sulla sua morte. Prima di tutto la proprietaria dell’azienda ribadisce come anche i suoi familiari lavorino alle macchine.
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Ora voglio far sapere alla famiglia, agli amici di Luana, ai nostri lavoratori che intendo esprimere il mio dolore attraverso l’impegno per la famiglia di Luana e il suo piccolo" La nonna rivela poi che Luana "tempo fa mi aveva raccontato di aver sentito la maglia tirare e di essersela subito infilata nei pantaloni. "Di fronte ad un dramma come questo non si può che restare in silenzio – premette la titolare, Luana Coppini –.
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E quasi, nessuno se ne è accorto, se non quando era troppo tardi, se non quando tutto era finito, la sua vita irrimediabilmente persa. Si lasciano mangiare dalle macchine senza curarsi degli orfani che lasciano, senza pensare che abbandonano figli a cui nessuno racconterà fiabe Quasi sempre è la mancata cura di una vita affaticata, il mancato rispetto delle norme di sicurezza, il ritmo disumano della produzione.
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Non mi sottrarrò ai miei doveri né al confronto nelle sedi appropriate anche per capire come possa essere avvenuto questo dramma. Non mi sottrarrò ai miei doveri né al confronto nelle sedi appropriate anche per capire come possa essere avvenuto questo dramma". Non è quindi solo la solidarietà di un datore di lavoro ma anche di una compagna di lavoro. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, avrebbe manifestato la volontà di essere presente alle…
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E allora non scandalizzatevi se muore Luana D’Orazio di 22 anni e lascia un bambino di 5 Poi ho letto sia un macchinario che permette di preparare l'ordito, in modo che possa essere montato su un telaio da tessitura. "Non si può morire di lavoro a 22 anni", ecco per cominciare io direi neanche a 70. Lo sanno anche i politici, ma poi alle cene invitano i padroni, perché gli operai non possono permettersi di finanziare le campagne elettorali.
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“Alle macchine lavoro anch’io, mio figlio e mio marito“: è quindi “la solidarietà anche di una compagna di lavoro”. Ora e qui voglio esprimere solo il mio dolore assieme ai miei familiari e a tutti coloro che con me lavorano in azienda“ Gli inquirenti martedì hanno ascoltato anche alcuni colleghi della giovane per ricostruire con esattezza la dinamica dell’infortunio mortale. La Procura di Prato contesta la rimozione della saracinesca protettiva al macchinario…
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Oggi è partita una raccolta fondi in memoria di Luana da destinare alla famiglia e in particolare a suo figlio, rimasto orfano. È in quest’ottica – continua Costantino – che abbiamo creato la “Raccolta fondi per la famiglia D’Orazio La notizia della terribile fine di Luana D’Orazio, mamma-operaia ventiduenne, morta mentre lavorava a un orditoio, ha scosso nel profondo la comunità montemurlese. Luana D’Orazio lavorava per suo figlio, che per lei era “l’amore, il futuro, lo…
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