Anche quella era in un certo senso tv del dolore, spettacolo della sofferenza. Vermicino dal punto di vista televisivo non fu un caso isolato. E su questo occorre fare alcune puntualizzazioni per non dare credito a letture storiografiche un po’ sommarie. I primi anni Ottanta sono gli anni in cui la diffusione dell’emittenza privata comincia a insidiare il primato del servizio pubblico Pochi giorni prima di Vermicino c’era stato l’attentato…
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Sprofondò prima a 36 metri, poi fino a 60 metri di profondità. La vicenda di Alfredino tenne per tre giorni tutto il Paese col fiato sospeso Il piccolo Alfredino Rampi. La passeggiata dalla quale Alfredino non tornerà a casa. Si chiamava Alfredo Rampi, ma per tutti fu subito Alfredino. Per tre giorni a Vermicino regnarono disorganizzazione, improvvisazione. Furono tre giorni di tentativi di salvataggio nei quali si alternarono speranza e amarezza…
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Ormai non c’era più alcuna speranza, dopo 60 ore che quel bambino si trovava in fondo al pozzo, che fosse ancora vivo. La certezza di riuscire a salvare quel bambino infatti, si rivelò lentamente, ora dopo ora, una tragica illusione. Il giorno dopo partiva quella che fu la più lunga diretta televisiva non stop della televisione italiana. A quel punto il capo dello Stato se ne tornò sconsolato al Quirinale.
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