In Francia il governo ha recentemente sconsigliato agli operatori nazionali di affidarsi a Huawei per le loro reti. Nel Regno Unito è attesa la decisione del premier Boris Johnson che secondo indiscrezioni potrebbe allinearsi con gli USA bandendo l'azienda a livello nazionale. D'altro canto però le aziende invitate da TIM a partecipare alla gara per la fornitura delle apparecchiature per il suo 5G in Italia sono tutte europee e statunitensi.
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Le cose però, pare stiano cambiando all'orizzonte, in quanto proprio nel paese carioca, TIM sta cercando di affidarsi ad un vendor totalmente diverso, escludendo di fatto Huawei. Ma proprio la prima azienda italiana nelle telecomunicazioni, pare averla esclusa, a sorpresa dobbiamo dire, nella gara per i fornitori del Core Network 5G in Italia ed in Brasile. La storia di Huawei è spesso e volentieri intrisa nel settore delle infrastrutture per i network di connessione dati.
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Mentre tra i fornitori invitati ci sarebbero Cisco, Ericsson, Nokia e Mavenir and Affirmed Networks, società recentemente acquistata da Microsoft. Telecom Italia non ha invitato Huawei a partecipare alla gara per la fornitura di apparecchiature 5G per la sua rete che si appresta a costruire in Italia e in Brasile.
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Una decisione che tuttavia non avrebbe alcun nesso con aspetti di natura politica ma rifletterebbe una scelta industriale volta alla diversificazione dei partner. editato in: da. (Teleborsa) – TIM non avrebbe invitato il colosso cinese Huawei a partecipare alla gara per la fornitura di apparecchiature 5G per la sua rete che si appresta a costruire in Italia e in Brasile. Nessun commento, per il momento, dai vertici di Huawei in Italia e Brasile.
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NUOVO LOCKDOWN IN SERBIA, LA POPOLAZIONE ASSALTA IL PARLAMENTO. ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE. SEGUICI SU FACEBOOK TWITTER INSTAGRAM Ericsson, Nokia, Cisco, Mavenir e Affirmed Networks sono sin qui i player invitati formalmente da Tim all’iter di selezione. Tim punta dunque ad ammettere come fornitori solo aziende americane e europee. La decisione, trapela da fonti aziendali, non avrebbe nulla a che vedere con aspetti di natura politica.
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Il ruolo della Ue. A questo punto, però, sarà necessario che l’Unione Europea resti vigile se vuole mantenere il controllo sulle nuove reti 5G e sui suoi dati. Da più di un anno l’amministrazione Trump accusa i costruttori cinesi, Huawei e ZTE, di fare spionaggio al soldo del governo cinese. La guerra fra Usa e Cina per il controllo delle reti 5G. In questo contesto si inserisce la battaglia, o meglio, la guerra in atto fra Usa e Cina per il controllo delle reti 5G.
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Secondo uno studio realizzato dall'università di Oxford (e commissionato da Huawei) i costi di sviluppo della rete lieviterebbero – in media - di 282 milioni l'anno nel prossimo decennio. Ma quanto costerebbe all'Italia rinunciare alla tecnologia Huawei in questa fase dello sviluppo del 5G? Con almeno altri due effetti: nel 2023, ci sarebbero 6,2 milioni di italiani in meno con accesso al 5G. La casa cinese che (non è un mistero) fa capo direttamente allo Stato, non viene mai attaccata frontalmente da Washington
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“Non esiste un ponte in fiamme”, ha dichiarato il vicepresidente britannico Huawei Jeremy Thompson, aggiungendo che era troppo presto per determinare l’impatto delle nuove sanzioni statunitensi. Ma Vodafone e BT – entrambi utilizzano i prodotti Huawei nelle loro reti – hanno affermato che sarebbe estremamente dirompente. Da allora, tuttavia, Washington ha annunciato nuove sanzioni volte a impedire alla società di produrre i propri chip.
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Ovviamente Huawei ha sempre rispedito al mittente queste illazioni e ha rassicurato i suoi fedeli utenti. TIM e Huawei: le motivazioni del divorzio. Sembra che alla luce di questa esclusione ci sia la causa che sta affrontando l’azienda cinese nei confronti del governo americano, che accusa Huawei di spionaggio. La notizia dell’esclusione da parte di TIM per il mercato italiano e brasiliano di HUAWEI per la costruzione della sua rete core 5G ha fatto sicuramente scalpore.
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La decisione, secondo quanto apprende l’Agi, non ha nulla a che vedere con aspetti di natura politica ma riflette solo una scelta industriale che va nell’ottica della diversificazione dei partner. Ericsson, Nokia, Cisco, Mavenir e Affirmed Networks sono invece i player invitati formalmente da Tim all’iter di selezione. Huawei è stata esclusa dall’elenco dei potenziali fornitori per la gara per la rete 5G di Tim, sia in Italia e sia in Brasile
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Nessuna traccia di Huawei, dunque, che continua a tenere acceso il dibattito in Italia insieme a quello relativo alla sicurezza della rete 5G. Per ora, i vertici di Huawei in Italia e Brasile – ha fatto sapere Reuters – hanno rifiutato di commentare la notizia. Il colosso cinese non è stato invitato a partecipare alla gara per la fornitura di apparecchiature 5G per la rete che Telecom si appresta a costruire in Italia e in Brasile.
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La casa cinese che (non è un mistero) fa capo direttamente allo Stato, non viene mai attaccata frontalmente da Washington. Secondo uno studio realizzato dall’università di Oxford (e commissionato da Huawei) i costi di sviluppo della rete lieviterebbero – in media - di 282 milioni l'anno nel prossimo decennio. La notizia che Di Maio si sarebbe mostrato disponibile a rivedere la posizione di Huawei sul 5G in Italia ha lasciato sorpresi anche altri big della tecnologia.
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