Inchiesta in Liguria, il governatore Toti e altri indagati

L'inchiesta che ha scosso la Regione Liguria ha portato alla luce una serie di accuse gravi. Il governatore Giovanni Toti, insieme ad altre figure di spicco, è ora al centro delle indagini.

Il muro del silenzio

Dopo la decisione di Emilio Paolo Signorini, ex presidente dell'autorità portuale, e del governatore Giovanni Toti di non rispondere, Matteo Cozzani, capo di gabinetto della Regione Liguria, ha deciso di rompere il muro del silenzio. Nonostante si trovi agli arresti domiciliari per corruzione e corruzione elettorale con aggravante mafiosa, Cozzani ha consegnato al gip, Paola Faggioni, alcune dichiarazioni spontanee.

L'ombra della mafia nissena

Antonio Patrono, procuratore capo alla Spezia, indaga sul sistema di potere messo in piedi da Matteo Cozzani, allora sindaco di Portovenere e capo di gabinetto del governatore della Liguria. Le carte in suo possesso sembrano contenere l'innesco di un terremoto. L'inchiesta sulla 'tangentopolina' ligure nasce dalla Spezia e ha portato alla richiesta di arresti domiciliari per il governatore Giovanni Toti, il suo capo di gabinetto Cozzani, l'imprenditore della Logistica Aldo Spinelli e l'ex presidente dell'autorità portuale e ad (sospeso) di Iren Paolo Signorini, ora in carcere.

Il caso dei 30 milioni avanzati dal ponte Morandi

Un altro elemento di rilievo riguarda i 30 milioni avanzati dal ponte Morandi, finiti a Spinelli. Questa situazione ha portato a commenti forti, come quello di Bucci che ha paragonato gli imprenditori a "maiali".

La resa di Cozzani

Matteo Cozzani è il primo a gettare la spugna. Il suo legale, Massimo Ceresa Gastaldo, ha presentato davanti alla giudice Paola Faggioni le dimissioni di Cozzani da capo di gabinetto del governatore della Liguria. Con il terremoto in corso, Cozzani ha dichiarato: «Ormai non sarò più capo di gabinetto. Quindi non c'è motivo per tenermi ai domiciliari».

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