TRENTO. Il caro prezzi taglia del 4,9% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 che sono però costretti a spendere comunque il 7,3% in più a causa dei rincari determinati dall'inflazione. È quanto emerge dall'analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel primo quadrimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che - sottolinea la Coldiretti - volano gli acquisti…
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Il caro prezzi taglia del 4,9% le quantità di prodotti alimentari acquistate dai consumatori nel 2023, che sono costretti, però, a spendere comunque il 7,3% in più a causa dei rincari determinati dall’inflazione. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al primo quadrimestre in riferimento al rafforzamento delle azioni di monitoraggio dei prezzi annunciato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), Adolfo Urso per contrastare l’inflazione.
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Con i prezzi in aumento continuano a ridursi gli sfizi dell'Italiano medio. Si rinuncia alla colazione al bar o ad acquistare prodotti di prima necessità di noti marchi ricorrendo alla spesa al discount. Rispetto ad aprile 2022 sono stati comprati il 5,4% in meno di beni alimentari ma, per farlo, si è speso il 6,2% in più dell’anno prima. Questo quanto emerge dai dati Istat pubblicati il 7 giugno di quest'anno.
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Ce n'eravamo accorti ma adesso c'è anche le certezza nei numeri: gli italiani sono costretti a tagliare gli acquisti sul carrello della spesa e, nonostante questo, i costi sono aumentati lo stesso. È la triste fotografia che ha fatto l'Istat sul caro-prezzi con i cittadini italiani che hanno tagliato del 4,9% gli acquisti dei generi alimentari con una spesa che è lievitata, nei primi mesi di quest'anno, fino al 7,3% a causa dell'inflazione.
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Tempo medio di lettura: 2 minuti Il caro prezzi taglia del 4,7% le quantità di prodotti alimentari acquistate dai consumatori nel 2023, che sono però costretti però a spendere comunque il 7,7% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti sugli effetti dell’inflazione nel primo trimestre del 2023 sulla base dei dati Istat sul commercio al dettaglio.
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Il caro prezzi taglia del 4,9% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 che sono però costretti a spendere comunque il 7,3% in più a causa dei rincari determinati dall'inflazione. È quanto emerge dall'analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel primo quadrimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che - sottolinea la Coldiretti - volano gli acquisti di cibo low cost…
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In Italia i consumatori mangiano meno frutta (e verdura) rispetto al passato, ma per colpa dell'inflazione e dei disastri climatici la pagano di più. I dati dei primi tre mesi del 2023. Rispetto al passato, o perlomeno rispetto a due anni fa, gli italiani mangiano meno frutta. Colpa dell'inflazione, del caro spesa, aspetti che hanno costretto i consumatori a ripensare e rivalutare il proprio carrello, sacrificando in questo caso proprio i prodotti ortofrutticoli.
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I prezzi di frutta e verdura sono aumentati e gli italiani ne consumano sempre meno. Rispetto al 2019, nei primi tre mesi dell’anno corrente sono stati consumati 4kg in meno a testa, nel 2022, invece, la diminuzione dei consumi ammonta a a 2kg. Complessivamente gli acquisti sono diminuiti dell’8% rispetto al 2022. I dati dell’Osservatorio di Mercato di Cso Italy sulla base delle rilevazioni effettuate da GfK Italia denotano un calo notevole in termini di acquisti dei prodotti che vengono coltivati a…
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La tendenza dei consumi domestici di ortofrutta fresca si è confermata negativa anche nel primo trimestre di quest’anno, con gli acquisti da parte delle famiglie italiane fermi a 1,27 milioni di tonnellate, pari ad un decremento sullo stesso periodo del 2022 dell’8%. Gennaio, febbraio e marzo hanno presentato tutti segno negativo: gennaio aveva aperto l’anno con un deciso -10%, quindi febbraio -5% e marzo -8.
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Ciascun italiano, indipendentemente dall’età, ha consumato in media nei primi tre mesi dell’anno ben 4 chilogrammi in meno di frutta e verdure rispetto al 2019 e quasi 2 chili in meno sul 2022. La tendenza dei consumi domestici di ortofrutta fresca si conferma negativa anche nel primo trimestre di quest’anno. Gli acquisti di vegetali da parte delle famiglie italiane ammontano da gennaio a marzo a un milione e 270mila tonnellate, con un decremento dell’8% sullo stesso periodo 2022.
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Ciascun italiano, indipendentemente dall’età, ha consumato nei primi tre mesi dell’anno 4kg in meno di frutta e verdure rispetto al 2019 e quasi 2 kg in meno rispetto al 2022. Pesano inflazione e problemi di produzione? La tendenza dei consumi domestici di ortofrutta fresca si conferma negativa anche nel primo trimestre di quest’anno, con gli acquisti da parte delle famiglie italiane fermi a 1,27 milioni di tonnellate, pari ad un decremento sullo stesso periodo del 2022 dell’8%.
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La tendenza dei consumi domestici di ortofrutta fresca si conferma negativa anche nel primo trimestre di quest’anno, con gli acquisti da parte delle famiglie italiane fermi a 1,27 milioni di tonnellate, pari ad un decremento sullo stesso periodo del 2022 dell’8 per cento. Stando allo scenario che emerge dalle elaborazioni statistiche dell’Osservatorio di Mercato di CSO Italy sulla base delle rilevazioni effettuate da GfK Italia, gennaio, febbraio e marzo hanno presentato tutti segno…
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