Kabul, autobomba davanti alla scuola: almeno 50 morti, molte erano studentesse

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A causare l'esplosione sarebbe stata un'autobomba fatta detonare proprio mentre le ragazze uscivano dalla scuola, seguita dal lancio di due razzi.

«Ho visto corpi insanguinati in una nuvola di fumo e polvere, mentre alcuni dei feriti urlavano», ha raccontato Reza, che è sfuggito all'esplosione.

È di almeno 55 morti il bilancio delle vittime dell'esplosione davanti a una scuola femminile a Kabul, molte delle quali studentesse dell'istituto. (leggo.it)

Su altre fonti

A Ghani ha fato eco Ross Wilson, diplomatico di Washington: ” Questo attacco terroristico a una scuola femminile di Kabul è abominevole Un’autobomba è esplosa davanti ad una scuola di Kabul, causando più di 50 vittime, quasi tutte studentesse. (Thesocialpost.it)

La scelta dell’obiettivo (giovani donne) e il quartiere (Dasht-e-Barchi, con forte presenza sciita) fanno propendere per una lettura dell’attentato, non ancora rivendicato, di matrice jihadista e non talebana: non dunque la guerriglia che ha firmato l’accordo con gli Usa e che ora sta trattando col governo di (Il Manifesto)

Sdegno e cordoglio per l’attentato sono state espresse dalla missione Ue in Afghanistan e dalla Missione di assistenza delle Nazioni Unite nel Paese, mentre gli Usa hanno condannato l’attacco (Ticinonews.ch)

esteri. Dopo quello di sabato che ha provocato oltre 60 morti. Ieri mattina anche il Papa al termine del Regina Coeli ha ricordato la strage ed invitato a pregare "per le vittime dell'attentato. (TG La7)

(LaPresse) Strage in una serie di esplosioni davanti a una scuola femminile a Kabul, in Afghanistan. Oltre 50 le vittime, soprattutto studentesse, e più di 150 feriti. (Corriere TV)

La loro voglia di vivere in una Nazione finalmente pacificata va richiamata nei giorni dello sgomento per la strage delle studentesse a Kabul, ricordando i nomi di Nahid Farid e Shukria Barakzai, parlamentari che in occasione del ritiro delle forze di pace nel 2014, invocavano che fosse mantenuta una forte presenza internazionale, e il nome di Maria Rashir, coraggiosa Procuratrice per la tutela dei diritti umani, che si salvò miracolosamente da un attentato che avrebbe dovuto uccidere lei e i suoi figli. (La Stampa)